“La Whirlpool deve rispettare l’accordo che ha sottoscritto un anno fa al Mise con le organizzazioni sindacali, con il quale si impegnava a investire oltre 250 milioni di euro nel periodo 2019-2021 e a rilanciare gli stabilimenti italiani, Napoli compresa”.
Così Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, il giorno in cui tutti i siti italiani stanno scioperando, nell’ambito di due settimane di mobilitazione e in vista della manifestazione nazionale di gruppo prevista a Roma il 4 ottobre.
“Non c’è una seria e credibile alternativa industriale – dichiara Palombella – perché Prs non ha le caratteristiche economiche e industriali per poter garantire un futuro occupazionale agli oltre 400 lavoratori di Napoli”.
“Abbiamo appreso a mezzo stampa addirittura – continua il leader Uilm – che Whirlpool avrebbe contattato Prs quasi contestualmente alla firma dell’accordo di ottobre 2018. Se fosse confermato, si tratterebbe di un comportamento intollerabile”.
“Napoli rappresenta la madre di tutte le vertenze – aggiunge – perché se l’azienda riesce a cedere uno dei maggiori stabilimenti si rischia un effetto a cascata anche per gli altri siti italiani, con un progressivo e inesorabile ridimensionamento della presenza di Whirlpool in Italia con conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro”.
“Oltre alla poca credibilità del progetto industriale della Prs – sottolinea – bisogna dire che le reindustrializzazioni in atto sono quanto meno in gravissimo ritardo, ne sono testimonianza viva i casi di Caserta e della ex Embraco di Torino”.
“Addirittura nel caso di Napoli – aggiunge – Whirlpool propone una reindustrializzaizone senza che ci sia stato un trasparente processo di selezione di potenziali investitori: siamo di fronte a una start up svizzera, con un capitale sociale irrisorio per una società che vuole fare un importante investimento per acquisire il sito napoletano, da quanto ci risulta con pochissimi dipendenti e un’esperienza industriale del tutto inadeguata”.
“Serve un’azione concreta del Ministro Patuanelli e dello stesso Presidente del Consiglio – conclude – per scongiurare la fine produttiva dello stabilimento di Napoli perché rappresenterebbe una bomba sociale in un territorio che già è in forte sofferenza occupazionale, economica e sociale. Non è tollerabile che un’azienda che ha firmato un accordo un anno fa impegnandosi a investire centinaia di milioni di euro, decida all’improvviso unilateralmente di andarsene. Non vogliamo che ci sia una chiusura mascherata da una reindustrializzazione ma che ci sia un serio progetto industriale e un futuro occupazionale per tutti i lavoratori dello stabilimento di Napoli”.
Ufficio stampa Uilm