Nel mese di maggio Whirlpool ha dichiarato di avere avviato una revisione strategica sul suo asset industriale fino al prossimo autunno in tutta l’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) che potrà comportare sia vendita delle attività sia la possibilità di opzioni ibride.
La notizia comunicata stamattina alle segreterie nazionali della sottoscrizione avvenuta in nottata di un accordo tra Whirlpool ed Arçelik per la cessione della totalità delle attività della multinazionale in Russia e Kazakistan che dovrebbe concludersi nel terzo trimestre dell’anno in corso, alimenta le nostre preoccupazioni già notevolmente alte circa la possibilità che la Whirlpool voglia continuare una graduale dismissione del gruppo in tutta l’area Emea, preceduta dalla già sciagurata decisione di chiusura del sito di Napoli e oggi motivata con il drammatico contesto internazionale e con le difficoltà di approvvigionamento di materie prime.
Seppur mantenendo un’importante quota di mercato in Europa all’11%, e averci comunicato lo scorso febbraio dati consuntivi del 2021 molto positivi (+13% le vendite e + 16% il fatturato Emea), la Multinazionale, dopo aver sottoscritto al Mise nel 2018 un accordo per il mantenimento occupazionale dei circa 5.000 dipendenti nei sei siti italiani e aver pianificato un piano di investimento di 350 milioni di euro in processi, prodotti e R&D per il triennio 2019-21, ha intrapreso azioni in questi anni che non appaiono in linea con l’intenzione di proseguire con il business degli elettrodomestici nel nostro paese.
Dal 2018 si sono chiusi di fatto due stabilimenti, uno virtuale che ha coinvolto il settore impiegatizio di Cassinetta e Fabriano con 300 uscite, l’altro lo stabilimento di Napoli, con 357 addetti, dove si dovevano produrre lavatrici ad alta gamma, salvo scoprire a 6 mesi dall’inizio della produzione che il mercato non “gradiva” questo prodotto e trovare in Cina uno stabilimento del gruppo per produrre le lavatrici di uguale classe.
L’uscita di molti impiegati ha ridimensionato aree strategiche quali ricerca e Sviluppo, Qualità, Service e Logistica.
I piani sottoscritti con Fim-Fiom-Uilm e le Rsu nel 2015 e 2018 dovevano rafforzare la presenza industriale di Whirlpool nel nostro Paese. Pezzo dopo pezzo i fatti ci dicono che questo è fortemente in discussione. Vendere una quota di mercato importante come la Russia, che rappresenta il 10-15 % del fatturato del gruppo in area Emea, ad una storica concorrente allarma sempre più i 5.000 lavoratori circa il loro destino occupazionale
Nella riunione di questa mattina il coordinamento unitario di Fim Fiom Uilm ha ribadito la necessità di avere una urgente convocazione dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Attendiamo dalla multinazionale ancora la presentazione del piano industriale per i prossimi anni, necessario avere chiarezza sulla cessione delle attività in Russia e Kazakistan sia rispetto alle ricadute sugli stabilimenti italiani e sia sulle prospettive di tenuta di Whirlpool Emea nel prossimo futuro.
Delegazioni territoriali e di stabilimento chiederanno incontri con le Prefetture locali con l’intento di coinvolgere le comunità locali sulle preoccupazioni occupazionali e per promuovere la richiesta dell’incontro con il Mise.
Le Segreterie nazionali di Fim Fiom Uilm ritengono che le prospettive occupazionali e produttive del compendio industriale rappresentato da Whirlpool debbano rientrare nell’interesse anche del governo. Il presidio produttivo di un importante comparto del manifatturiero italiano come il settore dell’elettrodomestico va difeso e rilanciato anche con interventi pubblici.
Uffici Stampa Fim Fiom Uilm