“Benché Whirlpool abbia a più riprese dichiarato la propria intenzione di rivedere le sue strategie in Europa e abbia perfino prospettato la cessione di tutte le sue attività, il Governo italiano è rimasto stranamente indifferente e non ha nemmeno risposto alle nostre numerose sollecitazioni”. Lo dichiara Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore elettrodomestici.
“Insieme alle altre organizzazioni sindacali, stiamo sollecitando un incontro da mesi – specifica Ficco – e abbiamo organizzato iniziative su tutti i territori su cui insistono gli stabilimenti di Whirpool. Si badi che siamo partiti ben prima della crisi di Governo, ammesso che questa possa rappresentare una valida scusa per l’inerzia delle Istituzioni”.
“Nonostante i 5.000 occupati della multinazionale in Italia – sottolinea – al Ministero del Lavoro e al Ministero dello Sviluppo economico nessuno fino ad ora si è mostrato minimamente interessato. Da ultimo si è appreso a mezzo stampa che Whirlpool avrebbe incaricato il vicepresidente esecutivo e presidente della società Whirlpool Emea, Gilles Morel, di chiudere l’operazione di dismissione delle attivita europee entro il 30 giugno 2024. Speriamo che almeno questa notizia risvegli i nostri politici, che forse fino ad ora non hanno voluto credere agli allarmi lanciati dai lavoratori”.
“L’indifferenza delle nostre istituzioni verso il destino di una multinazionale fortemente impegnata in Italia – conclude Ficco – è un pessimo segnale non solo per i 5.000 lavoratori italiani di Whirlpool, ma per l’intero Paese che sembra guidato da un gruppo dirigente politico sempre meno attento alle vicende della economia reale. Indifferenza, miopia e lassismo hanno indebolito negli ultimi decenni il grande apparato industriale italiano e rischiano di essere ferali nell’era incerta e pericolosa in cui siamo entrati. Preoccupano, o per lo meno dovrebbero preoccupare, non solo le scelte preannunciate da Whirlpool, ma anche le motivazioni addotte, vale a dire una sfiducia per le generali prospettive economiche dell’Europa. Noi faremo come sindacato la nostra parte e la nostra battaglia per difendere i lavoratori, ma queste sono sfide che l’Italia può sostenere solo con il concorso di tutti, a partire dalle Istituzioni”.