“Abbiamo apprezzato molto la decisione con cui il Ministro Di Maio ha chiesto a Whirlpool il rispetto degli accordi presi in sede istituzionale il 25 ottobre 2018 e ha rammentato che potrebbe essere chiesta la restituzione fino a un massimo di 16 milioni di euro in passato ricevuti come incentivi nonché sbarrata la strada al contratto di sviluppo che è stato chiesto dalla Azienda nelle Marche. Speriamo che una battaglia comune del Sindacato e del Governo possa salvare lo stabilimento di Napoli e più in generale la presenza di Whirlpool in Italia”. Lo dichiara Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile dei settori auto e elettrodomestici, dopo l’incontro tenutosi con la Direzione aziendale al Ministero dello Sviluppo economico, presieduta da Luigi Di Maio e a cui hanno partecipato le Regioni interessate.
“Whirlpool – spiega il sindacalista – non solo minaccia di chiudere Napoli, ma temiamo che stia venendo progressivamente meno ai suoi impegni anche altrove, ad esempio a Siena dove ancora non si vedono le azioni necessarie a incrementare i volumi produttivi e a Fabriano dove si stanno delocalizzando numerose funzioni di staff. Oggi la Direzione aziendale è stata molto ambigua, ma le sue piuttosto che aperture sono sembrate meri eufemismi, ad esempio quando ha parlato di ‘riconversione’, anziché di chiusura, o quando ha detto di essere intenzionata a cercare ‘soluzioni’, senza però specificare quali possano essere. Anche per questo abbiamo apprezzato che il Ministro abbia accolto la nostra richiesta di contattare la Direzione americana prima di riconvocare il tavolo nei prossimi giorni. Intanto a Whirlpool chiediamo di sospendere ogni azione per non aggravare ulteriormente la situazione”.
“Se basterà – conclude Ficco – la possibilità di chiedere a Whirlpool la restituzione di passati incentivi, ben venga; ma se ciò non sarà sufficiente, allora è il caso di adottare misure più severe e anche di varare altre e più dure leggi che colpiscano gli atteggiamenti predatori di quelle imprese che non dimostrano alcuna responsabilità sociale, similmente ad altri paesi come la Francia che sono con noi nell’Unione europea ma nondimeno hanno normative efficaci per scoraggiare le chiusure”.
Ufficio stampa Uilm