Ieri notte al tavolo del Ministero delle imprese e del Made in Italy, dopo una trattiva iniziata lo scorso 19 dicembre, ripresa lo scorso 28 dicembre e proseguita nella giornata di ieri e dopo aver trovato nel corso dell’incontro un’intesa con le parti sociali per prorogare l’accordo quadro del 29 novembre del 2022 per ulteriori 6 mesi compresa la proroga del CdS fino al 30 giugno 2024, la Direzione Wärtsilä si è presentata a notte fonda al tavolo ministeriale, alla presenza della Sottosegretaria Bergamotto e della Regione Friuli Venezia Giulia, comunicando che non c’erano le condizioni per sottoscrivere l’intesa già raggiunta.
Nei fatti, non sottoscrivendo l’accordo di proroga sul Cds, la multinazionale ha dichiarato il licenziamento dei 300 lavoratori della produzione e la precarietà occupazionale dei 600 lavoratori del Service con un progressivo disimpegno della multinazionale in tutto il territorio nazionale.
Scelta inaccettabile. In questo anno e mezzo la multinazionale non ha fatto nulla per sostenere la reindustrializzazione del sito, e ha scaricato l’onere su Governo e Istituzioni.
Ora è necessario che il Governo, la Regione Friuli Venezia Giulia e i parlamentari territoriali rafforzino l’azione di sostengo a percorsi di rioccupazione dei 300 lavoratori agendo immediatamente, anche con interventi legislativi, sulla multinazionale per arginare e recuperare i danni industriali e sociali che stanno provocando al nostro Paese e anche per recuperare gli ingenti contributi pubblici trasferiti dallo stato alla multinazionale Wärtsilä.
Nei prossimi gironi saranno calendarizzate le assemblee di fabbrica per decidere con i lavoratori le prossime iniziative da intraprendere e la ripresa della mobilitazione per contrastare le scelte di Wärtsilä e per sollecitare il Governo e la Regione FVG a concretizzare i piani industriali atti a garantire la vocazione industriale del sito e salvaguardare l’occupazione.
Coordinamento RSU Wärtsilä
Fim, Fiom, Uilm nazionali