Oggi, al tavolo del Ministero delle imprese e del Made in Italy, la multinazionale Wärtsilä ha deciso di non accogliere la proposta di mediazione fatta dal Sottosegretaria Bergamotto di prorogare il Contratto di Solidarietà di 6 mesi. La delegazione sindacale aveva chiesto 12 mesi, l’azienda ha rilanciato con solo 3 mesi.
Questa posizione di Wärtsilä Italia è inaccettabile visto che apre la strada del licenziamento per centinaia di lavoratori diretti e dell’indotto, oltre che arrogante ed irresponsabile, anche in considerazione dell’avvio della discussione sull’Accordo di Programma, con la presenza dei Comuni interessati, della Regione, del Governo, dell’Autorità portuale di Trieste, di Confindustria, della stessa Wärtsilä, di Ansaldo Energia e delle Organizzazioni Sindacali.
Positiva è stata la presenza dell’Amministratore delegato di Ansaldo Energia, Dottor Fabbri, che ha confermato l’impegno di realizzare un’attività industriale per la fabbricazione di elettrolizzatori green e l’occupazione a regime di 230 lavoratori nel 2030. Una prima proposta insufficiente, per i tempi di realizzo troppo dilatati e non compatibili con i tempi della vertenza e con l’obiettivo di evitare i licenziamenti.
La decisione di Wärtsilä di aprire la procedura di licenziamento e di sottrarsi alla discussione sulla reindustrializzazione del sito di Trieste, alimenta inoltre le preoccupazioni sul futuro occupazionale dei 600 lavoratori che resteranno occupati in Wärtsilä Italia e la presenza della multinazionale in tutto il territorio nazionale.
Nei prossimi giorni saranno calendarizzate le assemblee di fabbrica per decidere con i lavoratori la ripresa della mobilitazione, le necessarie iniziative da intraprendere per contrastare l’irresponsabile scelta di Wärtsilä e per sollecitare Governo, Regione FVG a concretizzare i piani industriali, atti a garantire la vocazione industriale del sito e salvaguardare l’occupazione.
Fim, Fiom, Uilm nazionali