Vertenza Caserta: da Terra di lavoro a terra di speculazioni. Adesso basta!

La crisi dell’industria metalmeccanica che sta colpendo la Provincia di Caserta e che dura da diversi anni, oramai, rischia di portare alla povertà assoluta le Lavoratrici e i Lavoratori che vivono di lavoro e di salario. Siamo costretti a fronteggiare drammatici processi di deindustrializzazione e di delocalizzazione delle imprese, la maggior parte dei quali avvenuti anche a causa della negligenza i diversi Governi ciechi e indifferenti al dramma sociale di questo territorio.

I tantissimi tavoli di crisi aperti nella Provincia e non risolti presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e presso la Regione Campania, rischiano di concludersi con espulsioni dal lavoro di ulteriori migliaia di Lavoratrici e Lavoratori in un territorio che è stretto fra il lavoro che manca e le crisi industriali che strozzano le famiglie.

Non è più il tempo di interventi a spot, occorre una seria politica industriale nazionale e regionale che indirizzi scelte ambiziose e sostenibili per questa Provincia.

Il comparto dell’elettronica e delle telecomunicazioni, un tempo lustro dell’industria casertana, che vantava sul proprio territorio la presenza di tutte le principali aziende multinazionali del settore ha subito, negli anni, il più devastante depauperamento industriale.

Ultime in ordine di tempo, le vertenze della Jabil Circuit Italia di Marcianise (che ha comunicato di voler abbandonare il territorio) e della SOFT LAB (con i lavoratori da mesi senza stipendio) potrebbero concludersi già dai prossimi giorni con una messa in discussione del lavoro e del futuro di circa 1.000 Lavoratrici e Lavoratori.

L’esempio fallimentare delle reindustrializzazioni fin qui affrontate, deve essere da monito per l’avvenire, le centinaia di lavoratori coinvolti, devono avere una prospettiva industriale e occupazionale certa, non può essere affidato il loro futuro ad imprese che si presentano alle Istituzioni con progetti industriali non realizzabili e interessati solo agli incentivi per la ricollocazione stanziati dalle multinazionali.

Nel territorio del casertano le aziende della componentistica dell’auto hanno sempre avuto una valenza significativa sia in termini occupazionali che economici. La situazione di difficoltà che sta attraversando il settore per la complessa transizione in corso e per le scelte che il gruppo Stellantis sta attuando mettono a rischio tutta la rete di fornitura. Sono infatti in atto una contrazione dei volumi produttivi, l’internalizzazione di attività, una forte richiesta di scontistica e l’utilizzo di una differente rete di fornitura, tutto questo sta determinando nell’indotto una contrazione della produzione e una riorganizzazione interna che impatta negativamente con un aumento della cassa integrazione. Diventa necessario ottenere da Stellantis, a partire dal tavolo ministeriale, le garanzie per le forniture dei nuovi modelli e che partiranno in produzione nei prossimi mesi.

Anche il settore dell’elettrodomestico, che un tempo esprimeva produzioni e professionalità di alta qualità, riduce la sua presenza a polo logistico che conta ancora quasi 100 lavoratori in esubero.

È necessario quindi:

  • Inserire in un quadro di politiche industriali del Paese il territorio casertano, nello specifico nella microelettronica, nell’elettronica e nelle telecomunicazioni settori considerati strategici per il nostro Paese e per l’intera Unione europea;
  • il Polo Campano dell’Elettronica Sostenibile che, alla presentazione effettuata al Cnel nel novembre del 2021 alla presenza delle istituzioni governative e delle Regione Campania si proponeva anche del “rilancio dell’elettronica e nella creazione di valore economico per il territorio casertano, anche in seguito alla chiusura degli stabilimenti di realtà storiche del territorio”, può essere un soggetto che genera lavoro e occupazione o è da considerare uno spot commerciale sostenuto da parte della politica e da alcune aziende del Casertano?
  • In continuità con la tradizione produttiva iniziata 50 anni fa, rilanciare ed intensificare le iniziative a difesa degli insediamenti produttivi ancora presenti, a partire dalle multinazionali della filiera dell’elettronica/Tlc attraverso l’utilizzo e le risorse economiche (PNRR), industria 5.0;
  • impedire il ripetersi di speculazioni da parte di soggetti (im)prenditoriali che, candidandosi a reindustrializzare i siti e non avendo piani industriali credibili, sostenibili e verificabili, finirebbero soltanto con l’arricchirsi a danno delle lavoratrici e dei lavoratori e della collettività. Chiediamo invece un intervento diretto dello Stato, anche tramite agenzie dedicate come Invitalia, che, individuati i settori e i progetti strategici, si faccia soggetto garante dell’implementazione e dello sviluppo delle reindustrializzazioni, anche con partecipazioni dirette, realizzando così, il controllo pubblico;
  • Avviare un tavolo permanente di confronto tra Governo, Regione Campania e organizzazioni sindacali che permetta di affrontare in maniera sinergica ed organica i tanti punti di crisi ancora aperti. È necessario trovare nuove soluzioni industriali che, anche con la presenza pubblica e con l’utilizzo di strumenti normativi ed interventi straordinari, puntino alla difesa ed il rilancio di quanto già esistente e alla nascita di nuovi e qualificati progetti industriali, nel solco degli attuali indirizzi strategici definiti per avviare e consolidare la fase di transizione ecologica e tecnologica.
  • Definire, concordare ed avviare percorsi di formazione per l’adeguamento delle professionalità e delle competenze dei tantissimi Lavoratori oggi coinvolti dai processi di crisi, al fine di favorire la loro piena ricollocazione.

Intervenire ancora in maniera alternata e senza una vera visione di prospettiva generale sulle singole vertenze non permetterà di costruire un percorso nel medio/lungo termine che metta al centro dell’intera industria metalmeccanica della Provincia di Caserta, e non accompagnerà le potenzialità, le possibilità e le capacità che le Lavoratrici ed i Lavoratori del territorio possono ancora esprimere.

 

Fim, Fiom, Uilm nazionali

 

Caserta, 13 giugno 2024