“Le risorse messe a disposizione dall’Unione europea per il Recovery Fund hanno accelerato le tendenze che si intravedevano già al Congresso del 2016 e che si sono concretizzate con la proposta da parte della Commissione Europea del Green Deal nel 2019. A questo proposito, il Fondo per una giusta transizione, approvato dal Parlamento europeo purtroppo senza il nostro coinvolgimento, ha visto la riduzione a 17,5 miliardi rispetto ai 40 inizialmente proposti. Tagliare i fondi per la giusta transizione significa sottovalutare l’entità della sfida che coinvolgerà tutte le Regioni, le industrie e i lavoratori”. Così ha esordito il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella, al terzo Congresso di IndustriAll Europe che si è svolto nelle giornate del 1° e 2 giugno, a cui hanno partecipato anche Chiara Romanazzi e Guglielmo Gambardella.
“L’Italia – ha aggiunto – a causa della debolezza economica e degli effetti devastanti della pandemia, ha a disposizione più risorse del Recovery Fund rispetto agli altri Paesi europei (circa 248 miliardi di euro). Le 6 missioni del PNRR, sia per motivi di tempo che per volontà politica, non hanno visto il coinvolgimento diretto del sindacato, ma sono comunque in linea con quanto elaborato in questi anni”.
Il leader dei metalmeccanici della Uil ha spiegato come in Italia ci sono alcuni settori che hanno già iniziato il processo di transizione, come il settore dell’automotive, mentre uno dei più critici resta quello della siderurgia.
“Nel corso degli anni – ha spiegato – i vari Governi hanno venduto asset importanti come l’Ilva, lo stabilimento di Piombino, Acciai Speciali di Terni e non hanno controllato sugli investimenti necessari per avviare il processo di transizione ecologica e produttiva. In questa prospettiva diventa fondamentale il ruolo del sindacato europeo”.
In un secondo intervento nel corso del pomeriggio del 2 giugno, Palombella si è concentrato sul capito quarto dei Piano Strategico del sindacato europeo dedicato al salario: “Da questo terzo Congresso europeo deve giungere un messaggio forte e chiaro: l’emergenza salariale deve essere affrontata con provvedimenti adeguati”.
“Le grandi differenze salariali più volte dibattute – ha aggiunto – anche durante la Conferenza di Bratislava nel 2018, non possono più continuare ad esistere, poiché nel frattempo tra i diversi Paesi si sono accentuate le disuguaglianze con il conseguente aumento della povertà anche tra gli occupati. Ritengo – ha concluso – che l’estensione della contrattazione nazionale in ogni singolo Stato rappresenti lo strumento indispensabile per una crescita salariale equa”.
Collegato al tema del salario anche quello delle delocalizzazioni, citato da Palombella che ha portato come esempio la questione di Elica, che ha deciso di licenziare 400 lavoratori trasferendo la produzione di cappe per cucina in Polonia.
La Conferenza straordinaria del 2023 a Salonicco sarà l’occasione più importante per verificare l’attuazione del nostro piano strategico.