Nella giornata di ieri 24 gennaio, presso il MIMIT, si è svolta l’ennesima riunione con la Direzione Softlab su questa situazione assurda che si scarica sui lavoratori e le lavoratrici che hanno manifestato la loro rabbia nel presidio sotto al Ministero.
La riunione si è aperta con la comunicazione della Direzione Softlab di aver ceduto la Next il 29 dicembre 2023, a una società di Torino, la Synthesis che – ha dichiarato il dottor Casto – sta già provvedendo a sanare le inadempienze retributive per i circa 190 dipendenti che sono stati ceduti e che grazie alle risorse così recuperate, Softlab avrebbe potuto definire un piano di rientro per i rimanenti lavoratori, che attualmente sono quasi 500.
Nel corso della riunione, Invitalia ha comunicato che – ritenendo insoddisfacenti le spiegazioni fornite da Softlab sull’uso dei 12 milioni di euro prestati secondo il programma GID – avrebbe richiesto il rientro di quanto erogato.
La Delegazione sindacale ha rappresentato al Ministero e alle Regioni le difficoltà patite dai lavoratori con mancate retribuzioni che arrivano a 7 mensilità, e al fatto che la Direzione ha operato il conguaglio fiscale a fine 2023, senza però l’erogazione retributiva, mettendo i lavoratori nella condizione di dover pagare tasse su retribuzioni non percepite.
Ha inoltre espresso dubbi sulla bontà della vendita di Next, ceduta a una società che ha solo 50 dipendenti e di colpo ne riceve altri 200: è stato chiesto e ottenuto un incontro presso il Ministero anche con la presenza dell’acquirente, fissata per il 14 febbraio.
Dopo lunga insistenza e grazie al sostegno del Ministero la riunione si è conclusa con la consegna di uno schema dell’organizzazione e degli occupati di Softlab e con la formalizzazione del piano di rientro delle mancate retribuzioni.
Nel prossimo incontro previsto per il 14 febbraio avremo evidenza del rispetto delle prime scadenze del piano di rientro.
È bene si sappia che il limite di sopportazione dei lavoratori e delle lavoratrici è ormai stato superato da tempo e che il mancato rispetto delle scadenze del piano di rientro, darebbe luogo a proteste e ad azioni legali.
Oggi, 25 gennaio di svolgerà in modalità “a distanza” il confronto con il Ministero del Lavoro per il ricorso alla CIGS di cui all’art.22 bis del decreto legislativo 148/2015, che prevede la concessione di ulteriori 6 mesi di ammortizzatore sociale, con l’obbligo per i lavoratori di partecipare – se chiamati dalla Regione – a corsi di formazione.
Si tratta di un ulteriore sacrificio che potenzialmente si pone sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici Softlab dell’area campana: occorre quindi che in questi sei mesi si trovino finalmente le soluzioni industriali perché finalmente tornino al lavoro.
Fim Fiom Uilm nazionali, di Caserta e di Roma
Le RSU Softlab