La decisione aziendale di prorogare la richiesta del Fondo di integrazione salariale per Covid ha un impatto su 7 dipendenti, ai quali però l’azienda non concede più dell’anticipo del trattamento previsto dall’ammortizzatore sociale. Riteniamo questo un fatto grave sia per l’esigua percentuale di persone coinvolte, per le quali non si vuol fare sforzi di sostegno al reddito, ma anche perché ai dipendenti di altre società del gruppo è giustamente invece riconosciuto un contributo integrativo.
Crediamo che questo atteggiamento da parte dell’impresa non tenga conto del peso che affrontano le lavoratrici e i lavoratori coinvolti, pensiamo invece che una società quotata in borsa sia nella condizione di poter sostenere diversamente le proprie lavoratrici e i propri lavoratori.
Il Gruppo sarà oggetto di verifica, per quanto riguarda la solidità del progetto industriale e l’andamento complessivo, durante un incontro che si terrà al Mise il prossimo 12 novembre.
Uffici stampa di Fim, Fiom, Uilm nazionali