“Siamo molto preoccupati per la situazione di Slim Fusina perché dopo oltre tre settimane dall’incontro al MiSE, in cui vennero illustrate le linee guida di un progetto di rilancio, non abbiamo ancora visto un vero e proprio piano industriale che quantifichi gli investimenti necessari, che dia la certezza della continuità produttiva ed una prospettiva occupazionale ai trecento lavoratori attualmente occupati all’ex Alcoa veneta”. Lo dichiara Guglielmo Gambardella, Coordinatore nazionale Uilm del settore siderurgico.
“Al momento – sottolinea Gambardella – l’unica iniziativa assunta dall’azienda, controllata dal fondo tedesco Quantum Capital, è stata quella di richiedere l’ammissione alla procedura di concordato preventivo a causa della pesante situazione debitoria e di cassa”.
“La presentazione del piano industriale è indispensabile per verificare quali strumenti e risorse possono essere messi a disposizione dal MiSE e dal Ministero del Lavoro per il salvataggio del sito veneto” aggiunge.
“Il sindacato e le istituzioni nazionali e locali hanno bisogno di chiarezza da parte del Fondo Quantum sul futuro di Slim Fusina – continua – Lo scenario è seriamente incerto e non c’è altro tempo da perdere”.
“Ci auguriamo che la difficile situazione di Fusina non comprometta indirettamente operatività del sito Slim di Cisterna, controllato dallo stesso fondo di investimenti, in cui sono impegnati altri 400 lavoratori – conclude – Il management del Fondo Quantum si assuma le proprie responsabilità su una gestione i cui risultati sono fin troppo evidenti”.