Stiamo assistendo ad una riorganizzazione in Leonardo One Company, il più grande grande Gruppo nazionale nel settore della Difesa e dell’Aerospazio, senza un confronto preventivo con il Governo e Sindacati su un Piano industriale in assenza del quale non ci potranno essere certezze sulle prospettive industriali per i molti siti del Gruppo e sulla tenuta complessiva dell’azienda.
La pandemia legata al Covid, pur se gestita positivamente dal Sindacato e dall’Impresa nella piena fase emergenziale, ha aumentato le incertezze per il futuro di tutti i settori in Leonardo (nessuno escluso) e non si intravede un vero rilancio di lungo periodo legato anche ai finanziamenti derivanti dal PNRR con il supporto istituzionale in coerenza con una politica industriale di settore.
L’Azienda da tempo aveva annunciato riorganizzazioni, cessioni ed acquisizioni: la paventata riduzione dei siti, la riduzione degli “spazi di lavoro”, la cessione di Automation e Sistema di Difesa, quotazioni parziali di aziende controllate e utilizzo di ammortizzatori sociali senza una visione prospettica che nel corso della fine dell’anno sembrerebbero stiano prendendo corpo, le quali se vedessero realizzarsi nella loro interezza farebbero perdere a Leonardo perimetri industriali e occupazionali.
Purtroppo dobbiamo constatare che questo processo di trasformazione si sta realizzando disattendendo ad un impegno assunto con l’accordo sulle Relazioni industriali, previsto con il recente rinnovo dell’integrativo aziendale, in cui è previsto che le decisioni strategiche sarebbero state condivise attraverso un confronto partecipativo ed un approccio preventivo fra top management e sindacato.
In passato abbiamo già constatato, con Finmeccanica, il fallimento della cessione del settore del “trasporto ferroviario” e rivelatasi come un’occasione persa: ex Ansaldo Breda una realtà che un’altra multinazionale è riuscita a valorizzare e che rappresenterà, sempre di più, una grande occasione di business in prospettiva di un potenziamento della mobilità su ferro in funzione della transizione ecologica.
Interi settori come quello della produzione del settore aeronautico civile vivono una crisi legata al trasporto aereo, che non può essere superata senza un coinvolgimento diretto del Governo con accordi tra i maggiori player mondiali e con investimenti adeguati da parte di Leonardo.
Senza queste scelte il rischio è quello che il Mezzogiorno paghi ancora una volta il prezzo più alto con la presenza dei siti tutti in quell’area: senza una prospettiva industriale vera non si sopravvive con l’ammortizzatore sociale.
Ma l’attenzione che vogliamo richiamare non è limitata solo a quella delle Aerostrutture anche se al momento è quella che richiede una discussione prioritaria.
Abbiamo bisogno di sapere il futuro della BU Automation su cui abbiamo già dichiarato le nostre perplessità in merito alla dichiarata volontà di una eventuale cessione.
La paventata cessione della BU Sistemi di Difesa (ex Oto Melara e WASS) da parte di Leonardo è un ulteriore riduzione del perimetro industriale. Nulla trapela dal Governo rispetto ad eventuali intese tra i Paesi dell’Unione europea, e la stessa non può essere ricondotta a pure logiche finanziarie delle Imprese: la Difesa nazionale passa per il Sindacato dall’accrescimento industriale e occupazionale non dalle cessioni.
Per il sindacato non saranno accettate ulteriori cessioni di altri settori o razionalizzazioni degli attuali siti presenti all’interno delle Divisioni di Leonardo.
Nel 2016 abbiamo condiviso la costituzione della One Company per realizzare un disegno strategico che consentisse il consolidamento, la crescita industriale ed occupazionale di un importantissimo asset del nostro Paese. Non accetteremo mai che vengano disattesi questi obiettivi. Non l’accetteranno i lavoratori di Leonardo. Non l’accetterà il Sindacato. Non deve essere accettato dalle Istituzioni.
Chiediamo dunque a Leonardo l’apertura di un confronto “serio e trasparente” e nel “merito delle questioni sollevate, con una discussione complessiva che riguardi tutte le Divisioni (Elicotteri, Velivoli, Cyber Security, Elettronica e Aerostrutture) e di un Piano industriale che rappresenti con certezza gli obiettivi strategici ed opportunità commerciali, investimenti, carichi di lavoro, livelli occupazionali e futuro assetto del gruppo.
Altresì serve una immediata apertura di un confronto ministeriali con il Governo, le Parti sociali e le Imprese coinvolte, a partire da Leonardo, che disegni il futuro e le prospettive dell’industria della Difesa nel nostro Paese con garanzie certe industriali e occupazionali.
Per queste ragioni le Segreterie nazionali di FIOM e UILM dichiarano per la giornata del 6 Dicembre uno sciopero di 8 ore per tutti i siti di Leonardo con Manifestazione nazionale a Roma alle ore 11.00.
Fiom e Uilm nazionali