«Quella di Federmeccanica è una proposta irricevibile e nella plenaria del 15 marzo sarà difficile fare un passo in avanti. È forse la trattativa più complicata degli ultimi anni». Rocco Palombella, segretario nazionale della Uilm, ascolta con grande attenzione i delegati arrivati in massa a Varese da tutta la Lombardia per discutere del rinnovo del contratto.
I metalmeccanici della Uil, che si avvicendano al microfono, raccontano la loro realtà lavorativa senza perdere mai di vista l’argomento centrale, la trattativa che non si sblocca. «Il potere di acquisto del salario si porta dietro una serie di diritti che Federmeccanica non vuole riconoscere. Ritorniamo a quel tavolo più determinati di prima e senza fare rinunce» dice Fabio, delegato di una multinazionale dell’Altomilanese.
Le posizioni dei sindacati metalmeccanici e delle imprese partono da due presupposti molto lontani tra loro. I lavoratori rivendicano un aumento salariale e con esso il ruolo del contratto collettivo nazionale, l’inquadramento, la questione dell’orario, la salute, la sicurezza e gli appalti. Federmeccanica, secondo la Uilm, farebbe invece dipendere il riconoscimento di alcuni diritti dei lavoratori non dalla contrattazione, ma dal quadro macroeconomico, ovvero la ripresa dell’economia e i risultati delle aziende. «Non esiste una trattativa a costo zero – aggiunge Giuliano Gritti, segretario regionale della Uilm – Federmeccanica deve saperlo. E noi non ci alzeremo da quel tavolo senza un contratto degno di questo nome costi quel che costi, siamo pronti allo sciopero».
La Uilm rivendica l’unità del sindacato, determinante per aumentare la pressione in una trattativa che, per tempi e contrapposizione, si sta rivelando più difficile del previsto. Persino il confederale Danilo Margaritella, dopo aver richiamato il senso di responsabilità della Uilm, non esita a parlare di «Tamburi di guerra che devono suonare per svegliare Federmeccanica». Se Federmeccanica non darà segni di cedimento, ci si prepara a un aprile molto caldo
Vengono scomodati il Presidente della Repubblica Mattarella e Papa Francesco, icone di una giustizia sociale che il sindacato rivendica soprattutto in questa trattativa. Forse è proprio questo il motivo per cui il significato di questo contratto va ben oltre la categoria delle tute blu. Un tempo si sarebbe parlato di peso politico nell’ambito delle relazioni industriali.
Come dire: se lo fanno i metalmeccanici, possono farlo anche gli altri.
Ufficio Stampa Uilm
Roma, 10 marzo 2016