Sciopero auto; Palombella (Uilm): “Ora cambiamo marcia, vogliamo produrre auto e non cassa integrazione. Senza risposte non ci fermeremo”

“Dopo oltre 40 anni scioperiamo unitariamente perché non c’è più tempo da perdere è a rischio il futuro industriale di tutto il nostro Paese, sono a rischio migliaia di posti di lavoro e intere comunità. Da oggi cambiamo marcia! Vogliamo una transizione giusta che metta al centro il lavoro e il futuro dell’auto in Italia”. Così il Segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, dal palco di piazza del Popolo a Roma parlando alla piazza di oltre 10mila lavoratori provenienti da tutta Italia.

“Come possiamo accettare da Tavares – si chiede il leader Uilm – che sei stabilimenti produrranno lo stesso numero di veicoli di 70 anni fa? Meno di 500mila auto e veicoli commerciali. Come possiamo accettare il calo del 70% della produzione degli ultimi anni? Altro che il milione di veicoli annunciato dal Ministro. Stellantis ha fatto addirittura un accordo con i cinesi per vendere auto nei nostri concessionari, mentre i nostri stabilimenti sono fermi, favorisce l’avanzata cinese”.

“In soli tre anni – spiega – abbiamo perso oltre 14mila lavoratori diretti, sono stati chiusi e messi in vendita uffici e centri di ricerca, si sta battendo il record della cassa integrazione in tutti gli stabilimenti. Solo a Mirafiori abbiamo registrato 800mila ore di cassa da inizio anno, un numero inimmaginabile. Non dimentichiamo tutti i lavoratori degli appalti, dell’indotto, della logistica, della componentistica, dei servizi, dei trasporti, dei chimici e del commercio”.

“Il Governo – aggiunge Palombella – non ha mai voluto affrontare seriamente il tema della transizione nel settore dell’auto. Prima si è messo d’accordo con l’Europa per eliminare il motore endotermico entro il 2035, poi però non ha fatto nulla per gestire questa rivoluzione epocale.
Che fine ha fatto l’accordo con Stellantis annunciato oltre un anno fa da Urso? Dove sono i produttori di auto che dovevano venire in Italia ed eliminare il monopolio di Stellantis? E che fine hanno fatto i 900 milioni di incentivi e i 300 milioni previsti per la Gigafactory di Termoli?”

“L’Europa – esorta – non può continuare a stabilire limiti e condizioni di una transizione epocale senza considerare le caratteristiche della nostra filiera, fatta soprattutto di piccole e medie aziende. In un mercato globale prevedere dazi sulle auto cinesi non è una soluzione. Sulla transizione all’elettrico vogliamo chiarezza sia dal Governo che dalla Commissione europea”.

“Ora – dice ancora il sindacalista – è urgente un incontro a Palazzo Chigi. Elkann deve essere il garante di tutti gli impegni assunti dal Gruppo in Italia. È il momento di un impegno comune, che coinvolga tutti, a partire da Stellantis e dal Governo, senza fuggire dalle proprie responsabilità.
Vogliamo riportare tutti i lavoratori nelle linee e negli uffici. Oggi cambiamo marcia – conclude Palombella – acceleriamo verso un futuro più giusto!”