Si è resa necessaria la mobilitazione di oltre 150 lavoratori del settore, che hanno manifestato nelle adiacenze del Ministero del Lavoro, per riattivare un confronto relativo al mancato riconoscimento dei benefici pensionistici a loro spettanti, come disposto da una legge risalente al 2016 che al momento non trova applicazione.
Una delegazione composta da segretari territoriali e RSU dei siti maggiormente esposti (provenienti dalla Basilicata, Calabria, Campania, Piemonte e Toscana) e’ stata ricevuta dal sottosegretario Dott.sa Francesca Puglisi, presente l’INPS.
Nel corso della riunione, con estrema trasparenza, sono state evidenziate le molteplici problematiche, di seguito dettagliate, di questa complessa vicenda, per la cui soluzione si renderanno necessari interventi di diversa natura legislativa (per decreto e per via ordinaria).
La definizione delle platee
Il Ministero ha ipotizzato di fissare un termine ultimo per la presentazione delle domande di certificazione, con specifico pronunciamento legislativo (milleproroghe); un termine perentorio, congruo, potrebbe essere d’aiuto per quei lavoratori dipendenti da imprese che tardano nel produrre la complessa documentazione richiesta da INAIL ed INPS.
La costruzione di una graduatoria
E’ una delle questioni più controverse e da noi contestate, in quanto INPS sostiene che solo dopo aver esaminato tutte le richieste (potenzialmente oltre 5.000) si potrà dare seguito alla certificazione al fine del diritto al pensionamento anticipato; la nostra posizione e’ invece relativa alla definizione di una graduatoria annuale, a partire dalle oltre 400 domande già certificate, in attesa di validazione da parte dell’istituto.
Le coperture finanziarie
Secondo quanto riportatoci dal Ministero, le risorse ad oggi stanziate non sarebbero sufficienti a garantire l’accesso al pensionamento anticipato, nemmeno per le oltre 400 domande già certificate e pertanto, si renderebbe necessario un intervento legislativo per via ordinaria.
Scadenza di ammortizzatori
In talune realtà, questa stasi rischia di rendersi drammatica, poichè vi sono lavoratori con ammortizzatori sociali in scadenza al 31 dicembre, quindi senza pensione e senza reddito da gennaio 2020.
Pertanto, ravvisata l’urgenza di individuare una soluzione, il Ministero ha accolto la nostra proposta circa l’apertura di un tavolo tecnico aggiornato al prossimo 9 gennaio.
Fim, Fiom, Uilm nazionali sono impegnate a consegnare al Ministero una fotografia puntuale circa quanto sopra evidenziato, al fine di individuare una soluzione concreta, rapida e strutturale.
Fim Fiom Uilm nazionali