Si è svolto nella mattinata odierna, in modalità telematica, l’incontro di aggiornamento del Tavolo dedicato al riconoscimento dei benefici pensionistici per i lavoratori del settore rotabile ferroviario esposti ad amianto.
Rispetto al precedente incontro del 15 luglio, l’unico passo avanti che abbiamo potuto apprezzare è quello relativo alla definizione delle platee di quanti, perfezionata la certificazione, avrebbero già potuto accedere al pensionamento, ovvero lo potranno fare entro il 31 dicembre 2020.
Secondo i dati forniti da INPS la platea ammonta a 390 persone, di cui 19 (2018) 231 (2019) e 145 (2020), con capienza delle risorse a suo tempo stanziate per le platee 2018 e 2019, mentre per garantire il pensionamento di coloro che maturano i requisiti al 31 dicembre 2020 mancherebbero € 6,312 milioni da reperire in legge di bilancio.
Il MEF, presente alla riunione, non è stato in grado di sciogliere la riserva inerente all’utilizzo immediato delle specifiche risorse stanziate, atte ad avviare la soluzione della vertenza, ovvero con il collocamento in pensione delle platee 2018 e 2019.
Pertanto, la riunione è stata nuovamente aggiornata a mercoledì 29 luglio, per consentire le verifiche necessarie relative alle capienze ed agli strumenti legislativi da porre in essere.
C’è un evidente problema di sottovalutazione politica della vertenza.
Dopo aver faticosamente riconquistato il Tavolo di discussione, siamo rimbalzati da una settimana all’altra tra le competenze dei vari ministeri, privi di una regia politica (in capo al Ministero del Lavoro) che metta ordine dettando compiti e tempistiche adeguate.
Qualora nel prossimo incontro la musica dovesse risultare la stessa, saremo costretti a riprendere le iniziative di protesta e di lotta dei lavoratori defraudati da un diritto legittimo, convocando una manifestazione a Roma.
Fim, Fiom, Uilm nazionali