Il giorno 19 dicembre si è tenuto l’incontro da noi richiesto per l’informativa annuale sulla situazione e le prospettive industriali ed occupazionali di Micron Italia.
La Direzione Aziendale ci ha comunicato le prospettive di raddoppio del mercato delle memorie da oggi al 2030, prevedendo forti investimenti negli USA ed in Asia, dell’ordine di decine di miliardi di dollari, e la conseguente assunzione di circa 20.000 lavoratori.
Il management italiano e globale condivide una visione positiva degli anni da qui al 2030 almeno, nonostante l’assenza di investimenti in Italia, e nonostante una perdita dei livelli occupazionali del 10% solo nell’ultimo anno.
Dai dati presentati non risultano piani di sviluppo di nuovi filoni di ricerca per il futuro che riguardino l’Italia, anzi è stata prospettata una riduzione del 20% degli investimenti nei prossimi 3 anni. Inoltre, Micron non ha aderito ai contributi resi disponibili dal chips act europeo.
Gli investimenti prospettati, se così si possono chiamare, servono a garantire solo l’operatività dei progetti di sviluppo correnti. L’unico timido spiraglio di sviluppo innovativo potrebbe essere la circuiteria CMOS delle DRAM, dove il know-how in Italia è di comprovata esperienza. È da notare come la Direzione Micron non abbia fornito nessun dettaglio circa l’allocazione delle risorse sui progetti sviluppati in Italia.
USA, India, Giappone, come conseguenza allo stabilirsi delle nuove fabbriche, cercheranno visibilità per i loro gruppi di esperti, mettendosi in diretta competizione con i gruppi italiani.
Da parte della Direzione Aziendale non c’è altro agire che sperare nei buoni risultati sempre ottenuti dai gruppi italiani insieme al forte legame con le università dei territori. La parte sindacale invece ritiene che, pur importanti, questi fattori non siano sufficienti per preservare l’occupazione in Italia.
La delegazione sindacale ha quindi espresso forti perplessità a partire fatto che nonostante il quadro sia complesso la scelta di non investire nel nostro paese mette a nostro parere a rischio le prospettive dei nostri insediamenti disperdendo sempre di più risorse umane e competenze che invece andrebbero valorizzate e consolidate.
Fiom e Uilm nazionali e territoriali
Le RSU Micron