La cronaca del negoziato riportata dall’Asca
Il testo integrale dell’agenzia di stampa
Federmeccanica frena sui salari. Nella trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici la federazione degli industriali ha assunto una posizione più rigida proponendo un aumento medio a 104 euro, pari a 102 euro al quinto livello, regredendo così rispetto al ragionamento generale di ieri quando aveva fatto intuire che l’aumento potesse arrivare a 106 euro. Fim e Uilm hanno respinto la proposta rimandandola al mittente e chiedendo un’offerta ”adeguata alla richiesta avanzata nella piattaforma e pari a 113 euro. Federmeccanica ha così chiesto una sospensione della trattativa per ”riflettere” e ha chiesto un aggiornamento a domani mattina. Probabilmente la riunione riprenderà alle ore 10. ”La trattativa è in fase sospensiva – ha spiegato il segretario generale della Uilm, Antonino Regazzi – e ci rivedremo domani, come ci ha chiesto Federmeccanica. La loro proposta è di 104 euro di media ma per noi non va bene”. Federmeccanica ha quindi fatto un passo indietro – come ammette lo stesso Regazzi -, ”ieri in un ragionamento generale ci avevano detto che si poteva arrivare anche a 106 euro, mentre oggi in base ai dei calcoli che hanno fatto ci hanno detto che la loro posizione e’ ferma a 104 euro di aumento medio e 102 euro al quinto livello”. Un atteggiamento che non è piaciuto ai sindacati di categoria. ”Per me 104 euro – ha ripetuto Regazzi – non è una proposta, ma un ragionamento. Tutto allora dipende da domani, ma se 104 euro è la proposta ufficiale, per noi non è la base per fare l’accordo. Federmeccanica deve fare un salto, non puo’ partire da 100 euro, per poi proporre 102, 104. Noi vogliamo una proposta seria, responsabile. Per noi il livello adeguato resta 113 euro”. Sulla stessa linea il segretario generale della Fim, Giuseppe Farina. ”Noi – ha detto – ci aspettiamo una proposta completa sui minimi salariali, sul fondo di solidarietà e sull’elemento perequativo. A quel punto vedremo se ci sono le condizioni per chiudere o meno”. La giornata di oggi in Confindustria ha vissuto diversi momenti di accelerazioni e frenate. All’arrivo del presidente di Federmeccanica, Pierluigi Ceccardi, che ha subito dichiarato che ”se ci sarà buona volontà si può arrivare ad un accordo”, l’impressione era che l’intesa poteva veramente essere a portata di mano. Un’impressione confermata dall’atteggiamento della dirigenza della federazione che ha chiesto una sospensione per effettuare una ”riunione ristretta” a tre (il direttore generale di Federmeccanica, Roberto Santarelli e i leader di Fim e Uilm, Giuseppe Farina e Antonino Regazzi – ndr). Una ristretta che, però, ha deluso le aspettative dei sindacati che hanno avuto la conferma di una posizione rigida sui 104 euro. A quel punto Farina e Regazzi hanno confermato la propria posizione, respingendo la proposta. Dopo un confronto con il presidente Ceccardi, Santarelli si è visto costretto a chiedere una sospensione con aggiornamento a domani ”per verificare le posizioni e valutare i margini di trattativa”. L’impressione, però, è che Federmeccanica sia ”incagliata” dal blocco di posizioni interne che non condividono l’andamento della trattativa come la Fiat, l’Ilva e le associazioni datoriali del nord-est”. Lasciando la sede di Confindustria, Santarelli ha però confermato che la proposta di Federmeccanica ”resta a 104 euro”, pur ammettendo che ”le trattative sono trattative e la sospensione ci serve per valutare bene la questione”.
Ufficio Stampa UILM
Roma, 14 ottobre 2009