La cronaca delle presentazione del libro della Fondazione Buozzi al Cnel
Il testo integrale dell’agenzia di stampa Ansa
Otto gennaio 1970: 40 anni fa le tute blu di Cgil, Cisl e Uil firmavano definitivamente il contratto di lavoro dei metalmeccanici, dopo l’autunno caldo che caratterizzò gli ultimi quattro mesi del 1969 con le lotte operaie e le assemblee, gli scioperi e le manifestazioni che culminarono nella marcia dei centomila a Roma di fine novembre. Un’intesa unitaria, che fissava un aumento di 65 lire orarie, riduceva a 40 le ore settimanali e soprattutto indicava parità di condizioni tra operai e impiegati e anticipava lo Statuto dei lavoratori. A firmarlo, gli allora segretari generali di Fiom, Fim e Uilm, Bruno Trentin, Luigi Macario e Giorgio Benvenuto. Oggi, a ricordare quell’anniversario e quegli anni che hanno portato a certe ”conquiste incancellabili”, è stato lo stesso Benvenuto, presentando il libro ‘1969. I metalmeccanici e l’autunno caldo’, che insieme alla Fondazione Bruno Buozzi ha raccolto la storia di quei mesi, con documenti e ricordi, riportando anche gli appunti sulle trattative e la cronologia degli avvenimenti piu’ significativi. In copertina, gli operai in corteo, con lo striscione: ‘Fiom, Fim, Uilm: Uniti si vince’. E proprio l’unita’ sindacale portò a quel ”contratto di svolta”, come lo ha definito Benvenuto. ”Il sindacato non è mai stato così forte come in quel momento”, ha sostenuto il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, parlando anch’egli di ”accordo storico”. ”Fu una stagione che creò le condizioni perchè si ottenessero delle conquiste che cambiarono le abitudini e modernizzarono il Paese, rendendolo piu’ democratico”. Fu, ha detto ancora l’ex numero uno della Uilm, ”un contratto di svolta, in cui il sindacato seppe trasformare la protesta diffusa in una proposta di cambiamento. Questo fu possibile perchè – ha rilevato – i sindacati realizzarono una grande unita’. Un’unità che non fu solo tra le sigle, ma anche tra le diverse categorie, tra lavoratori e studenti, tra nord e sud” e che ”oggi è smarrita”. E che, invece, va recuperata, insieme alla solidarietà: ”E’ importante farlo, è difficile ma non è impossibile”, ha affermato. Oggi la realtà è diversa, guidata com’è dalla globalizzazione, ”anche la Fiat non è più un’azienda nazionale come ai miei tempi, è una multinazionale. Però è fondamentale – ha suggerito Benvenuto – non parlare degli operai, ma con gli operai: questa è la chiave di volta, perchè le riforme si realizzano con la partecipazione della gente”.
Ufficio Stampa Uilm
Roma, 8 gennaio 2009