Metalmeccanici, perchè i sindacati sbuffano sul salario


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 L’approfondimento di Antonello Di Mario

Concordi sui temi della previdenza complementare e dell’assistenza sanitaria integrativa, mentre su quelli della formazione continua, del diritto allo studio e dell’apprendistato saranno necessari ulteriori approfondimenti. E’ questa la sintesi dell’incontro che si è tenuto ieri in Confindustria tra sindacati metalmeccanici e Federmeccanica-Assistal.

Si trattava della prima riunione successiva ai quattro incontri di approfondimento tra le parti e questa volta bisognava iniziare a tirare le fila del lavoro finora svolto. In questo senso sindacati ed imprenditori hanno tenuto fede al copione prefissato: si incontreranno ancora due volte a delegazioni ristrette il 9 e l’11 di marzo, sempre al primo piano del palazzo romano di viale dell’Astronomia, portando a termine il percorso stabilito. I prossimi “vis a vis” s’incentreranno principalmente sui temi del salario, della contrattazione, dell’inquadramento, degli orari, dello “smartworking” e della partecipazione. Poi, al 15 marzo, data decisa per la “plenaria”, mancheranno solo tre giorni. A metà marzo,  le parti coinvolte dovranno giocare a carte scoperte.

E’ noto l’interesse che suscita la questione del salario, il reale “vulnus” della vertenza contrattuale in questione. Si è saputo che l’altro ieri sera i leader dei tre sindacati metalmeccanici si sono visti al quinto piano della sede nazionale di corso Trieste. Il trio pare abbia concordato su un punto comune: di fronte alla mancanza di aperture sul salario da parte delle imprese non si potrà restare con le mani in mano e bisognerà ragionare su scioperi e mobilitazioni. Il più recalcitrante su questa prospettiva è stato Marco Bentivogli, capo dei metalmeccanici Cisl; invece, decisamente più convinti i segretari generali di Fiom e Uilm, Maurizio Landini e Rocco Palombella. Proprio questi due, ieri hanno rincarato la dose.

“Federmeccanica ha accolto alcune nostre richieste – ha ribadito Landini – come sull’assicurazione sanitaria completamente a carico delle aziende, ma la conclusione su questi punti è legata anche alla conclusione su altri punti, come salario, struttura contrattuale, orario e su questi temi abbiamo registrato diversità consistenti. Il 15 marzo abbiamo l’appuntamento importante della riunione plenaria; se si determinano le condizioni per una mediazione bene, se Federmeccanica mostra di non voler modificare alcune posizioni vedremo. Stiamo discutendo e valutando con Fim e Uilm quali iniziative intraprendere per mettere in campo una mobilitazione. Uno sciopero? Non voglio escludere niente”.

Passi avanti, a giudizio di Rocco Palombella, su previdenza integrativa e assicurazione sanitaria:“Sui contributi da versare al fondo Cometa – ha spiegato – il contributo delle aziende salirebbe dall’1,6% al 2%, calcolato sulle stesse voci di prima. Sulla sanità, invece, è previsto un contributo assicurativo di 156 euro l’anno per tutti i lavoratori, anche per i loro familiari a carico; insomma, sul pacchetto ‘Welfare’ Federmeccanica ha messo circa 1.582 euro lordi per tre anni. Ci sono cose da correggere e aggiustare, ma l’impianto ci convince”. Resta, anche per Palombella, il problema del salario: “Vediamo – ha continuato – se, entro la prima decade di marzo, Federmeccanica rimodulerà la proposta salariale, che deve essere estesa all’intera platea dei metalmeccanici e non solo a una  parte minima degli stessi. Tradotto significa che la proposta così come è non va e Federmeccanica e Assistal dimostrano di non volerla cambiare. Stiamo valutando con Fim e Fiom un’eventuale mobilitazione e la parola sciopero non è più un tabù”.

Come accennato, di parere lievemente diverso Marco Bentivogli che guida l’organizzazione attualmente più lontana dall’ipotesi di mobilitazione: “Non staremo a guardare se il 15 Federmeccanica arriverà con una posizione di totale rigidità sul salario. Ma continuiamo a chiedere ai sindacati metalmeccanici di Cgil e Uil di costruire una mediazione sul salario perché non si può dire solo che la proposta di Federmeccanica non va bene, bisogna andare oltre”.

I sindacati complessivamente hanno apprezzato l’illustrazione da parte di Federmeccanica delle formulazioni su Previdenza complementare, Assistenza sanitaria, Formazione continua, Diritto allo studio e Apprendistato, di fatto coerenti con quanto discusso sugli stessi argomenti nei precedenti incontri.

“La novità positiva di oggi – ha riconosciuto Marco Bentivogli – innanzitutto riguarda il metodo, ovvero, che, pur con posizioni ancora distanti, si è iniziato a scrivere. Divisioni e convergenze vanno sistematizzate per lavorare con più attenzione sulla ricerca di soluzioni.

La  segreteria nazionale della Uilm ha espresso apprezzamento su tutte le proposte ascoltate, “ma si è riservata un ulteriore approfondimento, in particolare su Diritto allo studio e Apprendistato, temi sui quali occorre valutare bene tutte le implicazioni dei cambiamenti che si intendono apportare alla disciplina contrattuale”.

Se ieri per i metalmeccanici è stato il giorno del confronto del welfare, domani sarà quello delle cifre. Federmeccanica presenterà all’Hotel Nazionale, in piazza Montecitorio a Roma, presenterà la 137esima indagine congiunturale sull’andamento del settore metalmeccanico. Gli imprenditori analizzeranno uno stato di cose che, se non è più post bellico, poco ci manca.

“Ma state sicuri – ha ironizzato Maurizio Landini, uscendo da Confindustria- che a noi sindacalisti continueranno a chiederci cosa ne pensiamo della proposta sul salario. Come quando, in ‘Natale a casa Cupiello’, il padre,  impersonato da Edoardo De Filippo, chiedeva al figlio, l’attore Pietro De Vico, se gli piacesse il presepe. Il secondo pare rispondesse di no”.

Ufficio Stampa Uilm
Roma, 3 marzo 2016