“Sono oltre 20mila i lavoratori metalmeccanici, tra diretti e indiretti, che lavorano in tantissime aziende della provincia di Taranto: Ex Ilva, Leonardo Grottaglie, Vestas, l’ex Arsenale e altre realtà più piccole. Sta per concludersi un anno difficile e quello che ci troveremo ad affrontare non sarà da meno, dovremo continuare a lottare con tutte le nostre forze per difendere i posti di lavoro e il nostro patrimonio industriale”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella, al Consiglio della Uilm Taranto.
“La vertenza Acciaierie d’Italia – aggiunge il leader dei metalmeccanici della Uil – continua suo malgrado a essere la vertenza simbolo dell’Italia che non progetta il futuro, che non investe, che non riesce a gettare il cuore oltre l’ostacolo. L’ultima notizia riguarda un’idea di piano industriale che dovrebbe durare 10 anni e di cui ancora non sappiamo nulla nel concreto.
Mentre il mercato dell’acciaio corre, da noi si fermano gli impianti, si mettono i lavoratori in cassa integrazione, non si pagano le ditte terze e ci si dimentica di tutti i lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria”.
“L’unica nota da segnalare rispetto all’ultimo incontro del 13 dicembre al Mise – continua – è la disponibilità a iniziare una discussione con le parti sociali e tutti i soggetti coinvolti per stabilire come vogliamo affrontare questa fase di grande trasformazione. Noi come sempre saremo al fianco di tutti i lavoratori e li difenderemo come abbiamo sempre fatto con l’obiettivo di salvaguardare l’ambiente, ma anche i posti di lavoro”.
“Leonardo Grottaglie, invece – aggiunge Palombella – da una parte ha subìto molto la crisi del settore aeronautico civile a causa della pandemia, ma dall’altra subisce anche quello che noi da tempo stiamo sostenendo, e cioè la monocommittenza e l’assenza di visione da parte di questo importante Gruppo industriale. Per questo motivo il 6 dicembre abbiamo scioperato, insieme alla Fiom, e manifestato sotto la storia sede di Piazza Monte Grappa a Roma. Grave è stata la decisione di avviare in modo unilaterale, in una fase delicata del confronto, la procedura per la cassa integrazione a partire dal 3 gennaio per oltre 3.500 lavoratori della Divisione Aerostrutture concentrata esclusivamente al Sud. Siamo ancora in attesa – continua – di capire come si muoverà l’azienda e se capirà finalmente che non accetteremo la cassa integrazione”.
“Il 16 dicembre abbiamo partecipato allo sciopero generale di Cgil e Uil per sostenere sicuramente la necessità di un dialogo più costruttivo con il governo sui temi confederali, ma anche e soprattutto per ricordargli che l’Italia è un Paese ad alta vocazione industriale e manifatturiera. In una fase delicata come quella della transizione ecologica si rischia di creare danni occupazionali irreparabili. Non c’è futuro per il nostro Paese – conclude – se continuiamo a smantellare la ricchezza del lavoro”.
Ufficio stampa Uilm