Mattarella, la libertà e lo sviluppo


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Pubblichiamo l’editoriale di “Fabbrica Società” il giornale della Uilm, on line da sabato 30 aprile

Quanto è importante apprezzare il valore della libertà. Ce ne ricordiamo in questi giorni: il 25 aprile con la celebrazione della festa di Liberazione; il Primo maggio con la festa del Lavoro. La prima ricorrenza rappresenta il filo rosso che unisce i principi fondanti del Risorgimento, della Resistenza, della Costituente. La seconda data sancisce il legame succitato caratterizzato proprio dal primo articolo della Costituzione repubblicana.

LA CITTADINANZA SECONDO MATTARELLA

 “La cittadinanza repubblicana – ha scritto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – contribuì non poco a definire il nuovo orizzonte: tutti erano chiamati, con eguale dignità, alla responsabilità di costruire e determinare il proprio futuro”. Lo stesso Capo dello Stato ha sottolineato: “I leader più importanti, le classi dirigenti diffuse nei corpi intermedi, nell’impresa e nel mondo della cultura, devono molto al senso della responsabilità repubblicana che è entrata a far parte della nostra etica civile”.

CORPI INTERMEDI E LAVORO

Nei corpi intermedi ci sono anche sindacati ed imprese che credono all’unisono nel valore del lavoro nei luoghi in cui si crea e sviluppa. Infatti, non possono esserci diritti dove non esiste il lavoro. Il sindacato, a ragione, ha un chiodo fisso in quest’epoca difficile: occorre rinnovare i contratti. I metalmeccanici da mesi hanno la medesima esigenza. Ma non è l’unica.

LA STAGNAZIONE SECONDO PRODI

Bisogna altresì favorire la crescita, affinché il Paese possa rialzare la testa. Avverte l’ex premier Romano Prodi: “Se continuiamo con la distruzione della classe media e l’accumulazione della ricchezza nella classe più elevata, che non consuma, costruiamo la stagnazione secolare”.

I CONSUMI DEBOLI

Le prospettive di crescita sono basse, perché veniamo da anni caratterizzati da consumi deboli ed  investimenti fiacchi che danneggiano ancor di più la domanda. Se ne esce con investimenti pubblici e privati, soprattutto rivolti all’industria, ed al settore manifatturiero, in particolare. Sono i governi nazionali, compreso il nostro, e la stessa Unione europea a dover trovare e mobilitare le adeguate risorse finanziarie.

LA NECESSITA’ DI UN MINISTRO AL MISE

In questo senso, abbiamo qualche problema più degli altri. Solo per fare un esempio, il dicastero dello Sviluppo economico manca da circa un mese del ministro competente, dopo che Federica Guidi si è dimessa dall’incarico di governo il 31 marzo scorso. Dal ministero in questione erano giunti un paio di annunci che non hanno avuto seguito: prima, la convocazione degli Stati generali dell’Industria; poi, la presentazione del progetto per la digitalizzazione del sistema industriale. Mai come ora è necessaria la nomina di un ministro che non solo si occupi di un vero e proprio piano per far sviluppare la manifattura in Italia, ma avvii un serio dialogo con sindacati ed  imprese per porre in essere una coerente politica industriale.

UN’AGENZIA PER GLI INVESTIMENTI

L’industria nazionale ha bisogno di scelte strutturali, come la ricerca delle idonee risorse per renderla concretamente competitiva in ambito internazionale. Potrebbe rivelarsi utile da parte del governo, anche la creazione di un’agenzia “ad hoc”, dedita a trovare risorse pubbliche e private da indirizzare agli investimenti industriali e manifatturieri.

 Purchè non trascorra altro tempo: finora abbiamo già perso il 20% della nostra capacità produttiva. Un dato di fatto che ci rende meno liberi.

Ufficio Stampa Uilm
Rassegna Stampa