Marelli, Ficco-Lombardi-Di Stefano (Uilm): “Intesa per Crevalcore frutto collaborazione fra sindacato, impresa e istituzioni”

“L’intesa sostanzialmente raggiunta oggi per la reindustrializzazione del sito di Crevalcore chiude nel migliore dei modi possibili una vertenza iniziata a settembre 2023, allorché Marelli annunciò purtroppo l’intenzione di chiudere il sito. Questo risultato è stato reso possibile dalle lotte dei lavoratori, dalla felice collaborazione istituzionale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, della Regione Emilia-Romagna e dei comuni di Bologna e di Crevalcore, nonché dalla disponibilità al dialogo della stessa Marelli che ha saputo dimostrare responsabilità sociale pur in un frangente di per sé drammatico”. Lo dichiarano Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, Stefano Lombardi, segretario generale della Uilm di Bologna, e Giuseppe Di Stefano, segretario della Uilm di Bologna che ha seguito la vertenza.

“Grazie a questa intesa – spiegano i sindacalisti della Uilm – 152 lavoratori passano a Tecnomeccanica, mentre 67 sono interessati dal piano sociale, di cui 40 con il trasferimento volontario in altri siti di Marelli e 27 con l’uscita volontaria o attraverso la naspi incentivata o attraverso la isopensione. Il passaggio dei lavoratori da Marelli a Tecnomeccanica avverrà in continuità, quindi con la salvaguardia dei diritti e dei trattamenti economici”.

“Tecnomeccanica – specificano Ficco, Lombardi e Di Stefano – inizierà le prime attività produttive già ad agosto per arrivare poi a saturare i lavoratori prevedibilmente a gennaio del prossimo anno. Nel frattempo i lavoratori saranno collocati parzialmente in cassa integrazione e svolgeranno attività formativa. Le attività di stampaggio, di lavorazione della plastica e di meccanica inizialmente saranno rivolte alla fornitura della stessa Marelli, ma col tempo c’è l’obiettivo di portare nuove commesse”.

“Oggi esprimiamo quella particolare soddisfazione – concludono i sindacalisti della Uilm – che deriva dall’aver sventato una chiusura e dall’aver scongiurato il rischio di licenziamento di oltre duecento lavoratori. Speriamo che il metodo di lavoro praticato in questa vertenza, caratterizzato da capacità di confronto fra tutti i soggetti coinvolti, possa essere di riferimento per altre importanti vertenze del settore automotive aperte presso il Mimit”.