RASSEGNA STAMPA
Uilm Nazionale
Tutte le nuove sfide di Ilva e Leonardo-Finmeccanica
L’intervento di di Rocco Palombella, segretario generale della Uilm
Per far rialzare la testa al Paese e incrementare la crescita della ricchezza nazionale è necessario investire risorse pubbliche e private a favore dell’industria e del manifatturiero in particolare. Lo abbiamo scritto più volte e lo ripetiamo rispetto a due casi specifici a cui questa esigenza va applicata. Il riferimento è al gruppo ex Ilva e a quello Leonardo.
Il 4 luglio abbiamo incontrato il “management” di “Investco AM” per un approccio diretto e conoscitivo sul futuro del gruppo siderurgico. Lakshmi Mittal, nella sede del dicastero dello Sviluppo economico e alla presenza del viceministro Teresa Bellanova, ci ha garantito che il gruppo che ha acquisito l’Ilva ha un piano credibile per garantire il successo industriale dei siti che producono acciaio in Italia. Conosceremo i dettagli del piano industriale e le date degli incontri con i vertici della Investco AM il prossimo 20 luglio, quando ci incontreremo di nuovo con la controparte presso il ministero competente. Come sindacato daremo la nostra piena collaborazione al proseguio della trattativa per giungere ad un possibile accordo sindacale entro ottobre. Agiremo nel segno della lealtà e della responsabilità, ma proprio su queste basi dovremo tener presente che il processo industriale del Paese dipende proprio dalle sorti del gruppo ex Ilva. I siti in questione hanno un’importante valenza produttiva e, soprattutto quello di Taranto, adotta la tecnologia del ciclo integrale che lo rende tra i più moderni in Europa. Noi siamo contrari agli esuberi finora dichiarati e a cali della produzione d’acciaio, ma siamo altresì convinti che per raggiungere i livelli della massima produzione, concretizzando le potenzialità insite nella crescita produttiva, occorra anticipare gli investimenti relativi al piano ambientale.
Gli investimenti in senso lato di cui abbisogna, per esempio, il sito di Taranto, riguardano i tubifici, la copertura dei parchi annessi allo stabilimento, il rifacimento dell’Altoforno 5. Investire celermente su queste tre realtà significherebbe dare una svolta alla produzione dell’acciaio di qualità in Italia. E dal punto di vista della tutela del lavoro, assicurare la retribuzione a tutti i lavoratori iscritti nel libro matricola e a quelli del sistema degli appalti, può garantire quella giusta pace sociale al gruppo siderurgico. Ecco, su queste premesse partirà il confronto il prossimo 20 luglio al ministero dello Sviluppo col fine di determinare un’intesa che permetta la continuazione della produzione di buon acciaio in Italia, la salvaguardia dell’ambiente, la tutela dei posti di lavoro e dei livelli produttivi. Così come è importante il futuro dell’ex Ilva, lo è altrettanto quello del gruppo Leonardo. Il nuovo Amministratore delegato, Alessandro Profumo, ha già alleggerito il modello One Company, cancellando i settori, che attualmente stanno sopra le divisioni nelle quali sono confluite le controllate di piazza Monte Grappa. Insomma, ha razionalizzato e semplificato il modello operativo, confermando l’organizzazione articolata nelle sette divisioni di business (Elicotteri, Velivoli, Aerostrutture, Sistemi avionici e spaziali, Elettronica, Difesa, Sistema di sicurezza e Spazio), e le strutture centrali, responsabili dell’indirizzo strategico e delle leve del controllo per il governo del gruppo.
A nostro giudizio, però, Leonardo ha bisogno di una svolta strategica per crescere ed incrementare le proprie competenze industriali e tecnologiche, e prodotti per competere sui mercati internazionali e incrementare l’occupazione. Occorre rafforzare la rete commerciale per acquisire nuove commesse; bisogna incrementare le alleanze industriali a partire dal settore aeronautico; è necessario accrescere i prodotti di proprietà; è importante diventare i primi nella costruzione delle aerostrutture e sviluppare il nuovo Turboprop con un nuovo partner, o progettarlo come Leonardo. Occorre potenziare il “Customer Supporter & Service”s su tutti i prodotti. E’ fondamentale acquisire entro il 2017 la maggioranza societaria dell’ATR con i francesi e far partire la progettazione del nuovo velivolo regionale. La divisione Elicotteri sul civile è al secondo posto fra i produttori nel mondo e al quarto sui militari. Ma negli ultimi 3 anni ha registrato un calo di tutti i parametri industriali e finanziari. Dello spin-off/Ict che fa capo a Leonardo, motivato dalla necessità di sviluppare un sistema informatico unico per tutto il gruppo, tale scelta ha diviso le attività Ict in due branche, la prima legata ai business di prodotto e la seconda branca che fa capo a Leonardo e crea molta incertezza sulle prospettive industriali e sul futuro occupazionale dei lavoratori coinvolti. Occorre, quindi, consolidarne l’area, allineando le competenze nella manifattura, nei servizi e nei lanciatori in una filiera globale in grado di sostenere i mercati internazionali. Bisogna fare scelte, proposte industriali e accorpamenti societari, anche attraverso acquisizioni per rafforzare ed equilibrare le competenze industriali con i francesi di Thales considerando che lo spazio è uno dei settori di avanguardia per strategicità e per il prestigio delle tecnologie abilitanti.
Mbda rappresenta un enorme patrimonio economico e tecnologico per Leonardo. È necessario rafforzare le competenze sui prodotti di proprietà, le alleanze con i partners a partire dalla Boeing, per acquisire maggiore attività DASH 9 e sul futuro modello “797” e anche su altri programmi.Con i francesi di Airbus va definito l’accordo di acquisizione della maggioranza dell’attuale società sull’ATR da parte di Leonardo e far partire la progettazione del nuovo Turboprop con i francesi oppure solo come Leonardo. È necessario coordinare le scelte con governo e forze armate italiane per realizzare accordi congiunti con i partner per il futuro sviluppo e rafforzamento della difesa Europea, a partire dallo sviluppo dei velivoli Unmanned. Tante cose da fare e su cui il “management” di Leonardo dovrà investire. Ma sia nella vicenda dell’ex Ilva sia in quella del gruppo guidato da Profumo è determinante il coinvolgimento del sindacato metalmeccanico per le principali scelte che verranno adottate.
Ufficio Stampa Uilm
Roma, 6 luglio 2017