“No ad un ulteriore rinvio del tavolo sulla LFoundry al Mise, all’indomani dell’annullamento della riunione fissata per oggi, mercoledì 7 novembre, e richiesta dalle segreterie nazionali di Fim Fiom e Uilm per l’azienda di Avezzano”. Sono le parole di Michele Paliani, responsabile Uilm del settore.
“Siamo stati informati – continua Paliani – che sarà convocato per la prossima settimana un incontro al ministero del Lavoro per discutere del contratto di solidarietà firmato il 19 ottobre dalle organizzazioni sindacali provinciali Fim, Uilm, Fismic e Failms e dalle rispettive RSU. Accordo peraltro già inviato allo stesso dicastero per l’iter burocratico di approvazione”.
“Non accettiamo un ulteriore rinvio, ma chiediamo che venga urgentemente riconvocato il tavolo presso il ministero dello Sviluppo economico per aprire un confronto con l’azienda su quattro punti”, aggiunge. “In primo luogo, vogliamo capire se Smic, l’azienda cinese che detiene il 70 per cento del pacchetto azionario, ha ancora interesse in Europa, visto che all’apparenza sembra venuto meno: se ciò fosse vero in che modo potrebbe condizionare un’eventuale cessione? In secondo luogo, vogliamo capire come ricercare nuovi investitori in questa fase di incertezza. Terzo: vogliamo conoscere la situazione finanziaria del gruppo e il rapporto tra fatturato e costo del lavoro.
E’ necessario capire qual’ è la strategia industriale e quali i tempi di attuazione, perché il tempo non è una variabile indipendente per questo settore e per i processi produttivi che cambiano rapidamente”. “Per questi motivi – conclude Paliani – riteniamo fondamentale ed indispensabile il ruolo di regia, monitoraggio e garanzia del Mise, così come accadde nel 2013: un grande lavoro di sinergia tra organizzazioni sindacali e ministero quando Micron decise di abbandonare il sito di Avezzano. Infine, a quelle organizzazioni che si stanno vantando di aver condizionato la scelta di disdire l’incontro al Mise diciamo che si sta commettendo un grave errore strategico, perché in questo modo si sta ritardando il confronto mettendo a rischio l’intero stabilimento con tutti i 1500 dipendenti e le loro famiglie”.