“Domani ci aspettiamo dall’azienda chiarezza sul piano industriale, produttivo e di sviluppo, oltre a spiegarci quali siano le prospettive relative al termine del Contratto di solidarietà che, ad oggi, è autorizzato fino alla fine di maggio 2020 ma che chiederemo di sospenderlo già dal mese di marzo. Ci sono centinaia di lavoratori che stanno avendo una perdita economica che non possiamo più permettere”. Così Michele Paliani, Responsabile nazionale Uilm del settore, in vista dell’incontro previsto per domani al Ministero dello Sviluppo economico sulla situazione di Lfoundry, al quale parteciperanno anche rappresentanti della Giunta Regionale abruzzese.
“La settimana scorsa – dichiara Paliani – in maniera inusuale, le Segreterie Provinciali e la Rsu sono stati convocati dalla Regione Abruzzo e, in quell’occasione, sono stati messi al corrente della chiusura di un accordo quinquennale di Lfoundry con la società ON SEMI. Una condizione necessaria ma non sufficiente che pone però un punto fermo sulle prospettive future dello stabilimento di Avezzano. Inoltre vogliamo conoscere lo stato effettivo dei nuovi progetti di ricerca e sviluppo”.
“Chiediamo alla Regione – aggiunge – se sono stati previsti finanziamenti per la riqualificazione del personale, al fine di non disperdere e tutelare queste importanti professionalità di uno dei più importanti stabilimenti abruzzesi”.
“In queste settimane – continua il responsabile Uilm – tra i lavoratori si parla di un cambio dell’organizzazione del lavoro che starebbe mettendo a punto l’azienda. Come Uilm siamo da sempre impegnati a valutare soluzioni e a ritenere l’attuale turnazione ormai insostenibile così come articolata, in quanto crea non poche difficoltà alle lavoratrici e lavoratori. Durante questi anni nello stabilimento già si sono state sperimentate turnazioni molto più flessibili che rendono meno pesanti le notti consecutive per i lavoratori interessati”.
“Tuttavia – prosegue – vogliamo conoscere fino in fondo il piano industriale e confrontarci con l’azienda sulle prospettive, in modo da tutelare il futuro nel medio-lungo termine dei lavoratori che da troppo tempo vivono nell’incertezza del domani”.
“ Al Mise – conclude – porteremo la proposta di consentire ai lavoratori, dopo anni di turnazione pesante e non solo, un’uscita incentivata verso una pensione anticipata, dove possibile, ovvero ancora per il biennio 2020-21. Per fare ciò si potrebbe recuperare, almeno sul breve termine, una parte dell’assegno pensionistico che, rimodulato per l’aspettativa di vita, risulta più basso di ciò che verrebbe maturato aspettando i termini della pensione di vecchiaia. Quindi chiediamo di valutare, così come previsto dall’accordo di contratto di solidarietà, di valutare la possibilità di esodi incentivati”.
Ufficio Stampa Uilm