Sfumata l’occasione di entrare nella partita europea per la sovranità tecnologica del settore
In modalità videoconferenza, si è tenuto oggi l’incontro con il MiSe, incessantemente invocato dalle organizzazioni sindacali, fortemente preoccupate per la tenuta industriale di un sito strategico, per l’economia di un territorio già fortemente colpito da crisi ed eventi negativi stratificati, ma soprattutto per la ripresa di una politica industriale del Paese.
I segnali che hanno portato le parti sociali all’apprensione sono sentinelle che fanno temere una fuga della proprietà cinese, dopo aver svuotato il sito di conoscenza, clienti e processi, proprio ora che il settore dei semiconduttori è stato riconosciuto dall’Italia e dall’Europa strategico, essendo materia prima nelle applicazioni in settori critici come l’automotive, le telecomunicazioni, il medicale, l’elettronica, i trasporti e la difesa.
Assetto societario – Acquisito per entrare a far parte di una IDM il sito si ritrova invece ad essere sempre più fonderia per un gruppo con cui intrattiene rapporti di tipo commerciale attraverso una serie di aziende aumentando la catena di soggetti tra prodotto e cliente e disperdendo il margine di profitto.
Mono committenza – La linea del sito per il suo 80% produce sensori di immagine per un unico cliente storico, il contratto in vigore prevede fornitura fino al 2023.
Si lavora con le vecchie commesse, con i processi di proprietà LFoundry e non sono stati introdotti nuovi prodotti, nuovi processi e nuovi clienti. Recentemente è stato annunciata la cessione di ramo di azienda del personale e delle attività che si occupano di rapporti con i clienti.
Prodotti – Il mix di prodotti che dovrebbe rappresentare il piano industriale dello stabilimento, non sarà in grado di sostenere i livelli occupazionali poiché il prodotto power riempitivo della linea per il suo basso contenuto tecnologico non garantisce lo stesso profitto ed alternativamente la linea non sarebbe in grado di sostenere volumi a parità di guadagno.
Investimenti – È in atto una politica stringente di riduzione dei costi che mette a rischio la sicurezza delle persone degli impianti e dei prodotti stessi, un’economia estremamente incompatibile con progetti di sviluppo a medio e lungo termine per il sito.
Occupazione – “saper fare” è stato per 30 anni il motore del sito di Avezzano ed il motivo per cui abbiamo tenuto sui mercati; una ricchezza frutto della contaminazione di conoscenza, manualità, tecnica, ingegno e creatività, possibile solo operando nello stesso ambiente e per lo stesso scopo. È in atto un’emorragia di figure professionali altamente specializzate, spesso uniche che non vengono sostituite ne rimpiazzate riqualificando personale.
Una società sana che non vuole solo esportare capitali all’estero e che opera in un settore in forte espansione, di forte e solido interesse strategico DEVE dire QUANTO e COME vuole investire ed il nostro indicatore non può essere che l’aumento di occupazione stabile e di qualità.
Una azienda che opera nel nostro Paese con tali contenuti tecnologici ha la responsabilità sociale ed economica di INVESTIRE in INNOVAZIONE, attraverso piani finanziati anche di Industria 4.0.
Al Ministro Giorgetti chiediamo con FORZA di inserire tra le attenzioni della Cabina di regia per l’internazionalizzazione anche LFoundry e al Governo tutto chiediamo una spinta forte affinché questo sito straordinariamente importante venga incluso dal Commissario Breton tra i siti chiave per la strategia europea dei semiconduttori.
Uilm nazionale