Leonardo-Finmeccanica, perché Profumo deve dire no al progetto francese con Stx e Naval

RASSEGNA STAMPA
Uilm Nazionale

Leonardo-Finmeccanica, perché Profumo deve dire no al progetto francese con Stx e Naval

L’intervento di Giovanni Contento, segretario nazionale della Uilm

Sulla cantieristica navale dell’Europa si stanno aprendo scenari che impongono cautela, ponderazione e lungimiranza al governo italiano, soprattutto in vista della proposta che l’esecutivo francese parrebbe intenzionato ad avanzare al nostro esecutivo. La Francia non può pretendere la maggioranza della gestione nel settore militare.

In pratica Fincantieri aveva il diritto di ottenere il controllo di Stx, poi bloccato dalla nazionalizzazione della società da parte del governo francese. Ora i francesi offrono la condivisione del controllo sui cantieri civili e militari dei due Paesi. Si tratta di uno scenario molto diverso da quello previsto dal gruppo italiano poche settimane fa. Il problema, però è che la Francia non può pretendere la maggioranza della gestione nel settore militare.

Si tratta di una prospettiva lesiva per gli interessi nazionali, ma soprattutto per quelli europei nel settore della cantieristica navale e, soprattutto dell’industria militare del vecchio continente. Noi riteniamo che in uno scenario futuro ogni trattativa debba tener conto di interessi europei attraverso una pari dignità nel campo della difesa comune europea delle realtà italiana, francese e tedesca. In questo senso è da rispedire al mittente ogni proposta che si basi sulla logica di scambio per il controllo del settore civile, o militare. Ci si deve muovere insieme e l’Italia, che crede in questo principio, già paga un serio pedaggio agli interessi comuni, essendo in minoranza nei capitali societari del settore missilistico e spaziale.

Ora è il momento di essere europei per davvero e non solo per questioni di facciata. Il governo francese attualmente in carica con la nazionalizzazione di Stx ha dato uno schiaffo al governo italiano e all’Unione europea. E’ bene che gli italiani non ne prendano un altro e che inizino a coinvolgere in questa vicenda, oltre a Fincantieri, anche il gruppo Leonardo. Per rilanciare l’industria civile e militare nel settore navale ci vuole l’apporto delle nostre energie migliori.

Ufficio Stampa Uilm
Roma, 7 settembre 2017