“La Toscana rappresenta la quinta regione metalmeccanica italiana, con 75 mila lavoratori occupati in settori strategici come la siderurgia e l’automotive per un fatturato annuo di 20 miliardi. Questi dati fotografano l’importanza e la centralità di questo territorio dal punto di vista industriale ma allo stesso tempo la responsabilità e l’impegno concreto che chiediamo alle istituzioni locali e nazionali.
In Toscana ci sono 785 società possedute da 573 gruppi a controllo estero, per un fatturato annuo di 28 miliardi di euro e 62 mila addetti totali. Di queste il 29% aziende sono manifatturiere, pari a oltre 200. La vicenda intollerabile di Gkn si inserisce in questo contesto che ci preoccupa molto, anche a causa della mancanza di strumenti legislativi adeguati che possano impedire e sanzionare chiusure e licenziamenti indiscriminati”. Lo dichiara Rocco Palombella, al termine del consiglio regionale Uilm Toscana, al quale ha partecipato la Segretaria Generale Uil Toscana Annalisa Nocentini.
“La Toscana è una delle regioni italiane che ha sofferto maggiormente gli effetti del Covid, attenuati dal ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali e al blocco dei licenziamenti – sottolinea il leader Uilm – Dall’inizio della pandemia ad oggi sono state autorizzate 368 milioni di ore di Cig, con un mancato reddito netto per i lavoratori di 558 milioni di euro nel 2020. Inoltre con il blocco dei licenziamenti sono stati salvaguardati 94 mila posti di lavoro complessivamente, di cui circa 20 mila nel settore metalmeccanico”.
“Per quanto riguarda la Gkn chiediamo il ritiro della procedura di licenziamento e l’avvio di un confronto libero per trovare la migliore soluzione per il futuro degli oltre 500 lavoratori diretti e indiretti – continua – Se non c’è un intervento immediato del Governo si rischia che Gkn faccia da apripista ad altre aziende”.
“Siamo preoccupati per il futuro dei 3 mila lavoratori di Liberty Magona e Jsw. La ex Lucchini deve essere parte fondamentale del piano siderurgico nazionale ed essere rilanciata in direzione della transizione ecologica, salvaguardando l’occupazione – aggiunge – I governi che si sono succeduti in questi anni sono stati incapaci di risolvere questa vertenza che riguarda un sito storico e un settore strategico. Ora è arrivato il momento della verità e della responsabilità da parte delle istituzioni e dell’azienda con la presentazione di un vero piano industriale che dia una prospettiva positiva”.
“Sono tante le vertenze aperte in Toscana che devono essere poste al centro dell’agenda del Governo perché sono a rischio migliaia di posti di lavoro e intere comunità – conclude – Dalla crisi si esce solo con la difesa del lavoro e la garanzia occupazionale e produttiva nel nostro Paese”.
UFFICIO STAMPA UILMg