“Genova è un territorio ricco di professionalità ed eccellenze con rilevanza internazionale in tanti settori industriali, dalla cantieristica alla siderurgia, dall’energia alla logistica passando per l’elettronica e l’impiantistica. Grandi potenzialità che devono essere sviluppate pienamente attraverso una sinergia e un dialogo costruttivo tra organizzazioni sindacali, aziende e istituzioni locali. Oggi l’industria italiana si trova davanti a uno spartiacque, una fase di complessa trasformazione che interesserà ogni comparto produttivo. Per questa ragione ritengo che il Modello Genova sia un esempio di efficienza, di efficacia e di virtuosa collaborazione tra imprese e istituzioni, da esportare in ogni ambito, soprattutto per l’utilizzo dei fondi del PNRR. Questo rappresenta l’ultima possibilità per rilanciare il nostro Paese, investendo nella giusta direzione importanti risorse nella transizione ecologica, digitale ed energetica, avendo come priorità la salvaguardia occupazionale, la sicurezza e un futuro competitivo e concorrenziale del nostro settore industriale”. Lo dichiara Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, concludendo il convegno “Modello Genova, un ponte per il futuro: la sfida del lavoro per l’industria genovese” che si è tenuto a Genova e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Giuseppe Bono, Ad Fincantieri, Giuseppe Marino, Ad Ansaldo Energia, Giovanni Toti, Presidente Regione Liguria e Marco Bucci, Sindaco del capoluogo ligure.
“Da molti anni l’Italia sconta l’assenza di una politica industriale – sottolinea il leader Uilm – la mancanza di strategia, di indirizzo, di investimenti in ricerca, sviluppo, innovazione e formazione ha indebolito molto il nostro Paese, che malgrado tutto rimane la seconda manifattura europea”.
“Grazie ai preziosi contributi di questo convegno – aggiunge – possiamo dire che nonostante i gravi effetti che ha subìto l’Italia a causa della pandemia, c’è un forte tessuto industriale, a partire da quello genovese, che grazie alla sua resilienza, è riuscita ad attenuare i contraccolpi, ripartendo appena le condizioni lo hanno reso possibile, trainando fuori dall’emergenza tutto il Paese”.
“Senza una discussione aperta e senza pregiudiziali tra organizzazioni sindacali, imprese e istituzioni locali e nazionali, l’Italia rischia di perdere un’occasione irripetibile per il suo futuro – conclude – se i fondi del PNRR non verranno investiti per progetti seri che modernizzino il nostro Paese, creando nuovo lavoro, salvaguardando quello attuale, riducendo le disuguaglianze e la povertà dilaganti, rilanciando l’industria e gli altri settori che rappresentano la spina dorsale dell’Italia”.
Ufficio Stampa Uilm