Intervento del Segretario Generale Rocco Palombella all’audizione al Senato per il decreto Legge 18 gennaio 2024 n. 4

Onorevole Presidente

Onorevoli Senatori

Ancora una volta siamo qui a discutere della vertenza dell’ex Ilva, ma questa volta la situazione è peggiorata in modo drammatico: gli impianti sono quasi fermi, la produzione è ai minimi termini, gli investimenti sull’ambientalizzazione sono bloccati, ci sono problemi di sicurezza sugli impianti.

Ieri mattina migliaia di lavoratori, insieme alle ditte dell’indotto, hanno manifestato a Taranto a dimostrazione di quanto sia ormai insostenibile la situazione che si è venuta a creare.

Ancora una volta il Governo è stato costretto a utilizzare la decretazione di urgenza per evitare conseguenze catastrofiche.

Questo potrebbe essere l’ultimo tentativo per salvare 20mila posti di lavoro e altrettante famiglie, risanare l’ambiente e salvaguardare la più importante acciaieria italiana.

Data la gravità della situazione è stato necessario questo Decreto.

Nell’eventuale ricorso alla procedura di amministrazione straordinaria e a differenza del passato, chiediamo di sbloccare immediatamente i 320 milioni che dovranno garantire totalmente i creditori funzionali alla continuità produttiva: i lavoratori dell’indotto, le rispettive aziende, i fornitori, la logistica, i servizi.

Vogliamo sottolineare e denunciare che il 40% dei lavoratori dell’indotto non ha ancora ricevuto lo stipendio di dicembre e la tredicesima. Inoltre, stiamo registrando i primi licenziamenti nelle aziende dell’appalto.

Solo un’uscita incondizionata in queste ore di ArcelorMittal può evitare il ricorso all’amministrazione straordinaria.

Per questa ragione, vi chiediamo di integrare il Decreto Legge in discussione con le nostre proposte e con quelle già fatte prima di noi dalle aziende dell’indotto, dei fornitori e della logistica.

GESTIONE TRANSITORIA DELLA CIGS PER LAVORATORI ADI SOSPESI E INTEGRAZIONE SALARIALE

E’ nota la nostra contrarietà alla concessione della cassa integrazione negli anni 2022-2023 per 3.000 lavoratori, poiché mancavano i requisiti minimi: assenza di crisi di mercato, assenza di un piano industriale, mancanza di un vero confronto sui reali numeri dei lavoratori da collocare in cassa integrazione.

A partire dal secondo semestre 2023 e per tutto il 2024, il Governo ha previsto la concessione di un ulteriore anno di cigs in deroga con la legge di bilancio privandoci del confronto previsto dalla legge (artt. 24 e 25 del d.lgs 148 del 2015).

Vi chiediamo di integrare l’attuale decreto in discussione (al comma 2 art. 3) con quanto previsto dalla legge nella parte relativa alla gestione della cassa: numero dei lavoratori interessati alla sospensione o riduzione di orario e delle ragioni che rendono non praticabili forme alternative di riduzioni di orario, criteri di scelta dei lavoratori da sospendere, che devono essere coerenti con le ragioni per le quali è richiesto l’intervento, modalità della rotazione tra i lavoratori.

Al fine di attenuare gli effetti negativi di una cassa integrazione che dura ormai dal 2019, si rende necessario – limitatamente al periodo del ricorso alla cigs – prevedere un’integrazione salariale come previsto nell’articolo 1 bis del Decreto legge 243 del 2016, prorogata nell’ultima Legge di Bilancio (10%).

APPLICAZIONE DELL’ACCORDO SINDACALE E SALVAGUARDIA OCCUPAZIONALE  PER LAVORATORI ADI E ILVA AS

Chiediamo l’applicazione degli impegni assunti in sede ministeriale da ArcelorMittal nell’accordo sindacale del 6 settembre 2018, e successivamente riconfermati da Acciaierie d’Italia, di tutti i contenuti e in modo particolare delle tutele occupazionali per i lavoratori in Ilva AS, che già a partire da agosto 2023 dovevano essere assunti in Acciaierie d’Italia.

Vi chiediamo di fare in fretta per sbloccare questa grave deriva.

Grazie per l’ascolto.