“Borgomeo ha prefigurato l’acquisizione delle quote di GKN entro la prossima settimana. Speriamo che l’operazione possa davvero portare quanto prima al ritorno al lavoro dei circa 400 lavoratori coinvolti, a cui si aggiungono i colleghi del primo indotto”. Lo dichiarano Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, e Davide Materazzi, segretario della Uilm di Firenze al termine dell’incontro tenutosi al Ministero dello Sviluppo economico.
“Come già chiarito in precedenza, l’acquisizione da parte di Borgomeo – spiegano Ficco e Materazzi – è finalizzata ad una successiva cessione a un soggetto imprenditoriale effettivamente impegnato nella reindustrializzazione. Al riguardo Borgomeo ci ha parlato di due soggetti potenziante interessati. Inoltre ci ha parlato di tempi che non andrebbero oltre i sei mesi, nonché dell’intenzione di tenere sempre legata la sorte dell’immobile all’impegno all’assorbimento dei lavoratori. Sul versante degli ammortizzatori sociali, il Ministero del Lavoro ha spiegato che con l’approvazione della legge di bilancio dovrebbero essere apprestati nuovi strumenti di accompagnamento utili a coprire i prossimi mesi. Nel frattempo, in particolare a gennaio, i lavoratori saranno retribuiti con l’utilizzo delle ferie”.
“Finché tutti i lavoratori coinvolti – aggiungono Ficco e Materazzi – non saranno materialmente tornati al lavoro, non potremo dare per conclusa la vertenza. Oggi c’è una speranza, ma occorre mantenere alta l’attenzione e ribadiamo l’opportunità di un diretto coinvolgimento di Invitalia anche nella compagine azionaria del futuro soggetto reindustrializzatore, come elemento di garanzia. In ogni caso apprezziamo la dichiarata disponibilità di Borgomeo a mettersi in gioco in prima persona anche nella malaugurata ipotesi di un venire meno da parte dei soggetti che oggi appaiono interessati alla reindustrializzazione. Viceversa constatiamo che l’attuale proprietà di GKN si sta defilando senza assumersi le proprie responsabilità verso quei dipendenti che ha colpito con la decisione di cessazione dell’attività”.
“Si pone infine – concludono Ficco e Materazzi – la questione di una politica industriale per il settore automotive, che ha una grande rilevanza anche in Toscana e che come noto sta attraversando la duplice problematica della transizione energetica e della carenza di approvvigionamento, in particolare di microchip”.