Il testo integrale dei quattro lanci dell’agenzia di stampa siglati da Stefania De Francesco
Contratto integrativo
“Ci sono le condizioni per chiudere” l’accordo integrativo con Fincantieri ” nell’incontro non stop del 24 e 25 marzo prossimi che, quindi, sarà decisivo. E’ una sfida sindacale che l’azienda ha accettato visto il difficile momento di crisi che stiamo attraversando”. Così il segretario nazionale della Uilm Giovanni Contento, il quale assicura che farà “di tutto per un accordo unitario” ma se la Fiom continua a dire no “faremo un accordo separato per garantire il futuro all’azienda e ai lavoratori”. Stando ai vari punti affrontati nella trattativa, l’accordo potrebbe portare a regime, entro il 2012, circa 1.600 euro di ‘salario fresco’ su base annua in busta paga.
L’integrativo in Fincantieri è scaduto il 31 dicembre 2007 e a fine giugno 2008 è stata presentata una piattaforma separata su cui si è cominciato a discutere da luglio. Ora, afferma Contento, ”ci sono le condizioni per provare a fare un affondo vero” sull’accordo. In particolare, spiega il dirigente sindacale, si può mantenere il premio di programma pari a 1.208,58 euro come previsto da un accordo del 2004. E’ possibile costruire un nuovo meccanismo del premio di risultato che dovrà produrre un recupero del 20% di efficienza. ”L’azienda – dice – ha una organizzazione farraginosa e per questo non è competitiva. La nuova scala di ‘efficientamento’ non richiede maggiore produzione da parte dei lavoratori ma comporta una nuova organizzazione del processo produttivo nei vari stabilimenti in modo da permettere una maggiore produttività a parità di prestazione, senza tempi morti in attesa di strumenti di lavoro (disegni o pezzi)”. La Uilm chiede che il premio di produttività sia pari a 720 euro circa, a cui aggiungere 125 euro per le lavorazioni più gravose come i saldatori e chi lavora in stiva. All’azienda si chiede di riconoscere lo straordinario ai lavoratori di sesto e settimo livello (figure direttive). ”Chiederemo all’azionista Fintecna un aumento di capitale” dice ancora Contento, secondo cui sarebbero necessari intorno ”ai 300 milioni di euro, affinchè Fincantieri possa fare investimenti tecnologici ed essere più forte e competitiva, in condizione di recepire nuove commesse”. L’azionista e il governo ”devono riconfermare la strategicità dell’unita’ e integrità del Gruppo e la salvaguardia occupazionale e industriale dei siti” sottolinea Contento. Senza l’integrativo, ”l’azienda corre il rischio di non rimanere sul mercato. Tutte le imprese a cui abbiamo presentato una piattaforma integrativa hanno bloccato la trattativa mentre Fincantieri l’ha accettata perche’ la crisi pesa molto sull’industria. La Fiom dice no ma non è un atteggiamento che fa gli interessi dei lavoratori. Occorre – aggiunge – dare un contributo, fare scelte giuste oggi, affinchè l’azienda possa competere domani. Spero che la Fiom, che pone questioni ideologiche, si convinca che e’ interesse anche suo firmare questo accordo, e’ un atto di responsabilità. Faro’ di tutto – conclude – per un accordo unitario, altrimenti faremo un accordo separato nell’interesse dell’azienda e dei lavoratori”.
Cassa integrazione ordinaria
Dal prossimo aprile parte la cassa integrazione in Fincantieri. Lo ha comunicato l’azienda ai sindacati, secondo quanto riferisce il segretario nazionale della Uilm Giovanni Contento. Il provvedimento riguarderà inizialmente 300 lavoratori che saliranno a mille a fine anno. Alla fine del secondo trimestre 2010, ha spiegato Contento, i dipendenti di Fincantieri che saranno in cig ordinaria scenderanno a 400. Il provvedimento sarà applicato prima nel cantiere di Castellammare di Stabia, poi in quelli di Ancona e Sestri Ponente e, infine, di Palermo. Contento ha spiegato di aver proposto all’azienda ”di gestire la cassa integrazione con strumenti ordinari per ridurre l’impatto” del provvedimento e quindi di fare ricorso ”a contratti di solidarietà, alla rotazione e, in caso di una settimana di fermo del lavoratore, che venga pagato il rateo della tredicesima e delle ferie”. Insomma, il dirigente sindacale ha rilevato che a Fincantieri è stato chiesto di ”gestire l’impatto del provvedimento come un fatto congiunturale, per non farlo pesare in modo grave sui lavoratori”.
Ufficio Stampa Uilm
Roma,12 marzo 2008