Il segretario generale della Uilm all’agenzia di stampa Asca
”Per sopravvivere lo stabilimento di Termini Imerese avrebbe bisogno di essere attrezzato adeguatamente, solo in questo modo la Fiat potrebbe evitare di trasferire la produzione dei vari componenti in altri paesi”. Lo ha detto il segretario generale della Uilm, Antonino Regazzi, commentando le dichiarazioni dell’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, che ieri ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese. Se Fiat e Chrysler dovrebbero produrre circa 6 milioni di automobili all’anno – ha aggiunto Regazzi a margine di una conferenza stampa -, ci ”dica la Fiat a quali condizioni si possano produrre 1,5 milioni di automobili in Italia senza andare all’estero”. Per Regazzi, quindi, ”difendere Termini Imerese per una produzione di 650 mila vetture non ha senso”, ha detto riferendosi alle difficoltà strutturali e alle spese di trasporto eccessive per la produzione dei veicoli nello stabilimento siciliano. Domani sulla questione della Fiat di Termini Imerese, gli operai dell’industria e quelli delle fabbriche dell’indotto a partire dalle 6 del mattino inizieranno uno sciopero.
Ufficio Stampa Uilm
Roma, 2 dicembre 2009