di Bruno Cantonetti
A poca distanza dall’annuncio dei dati ufficiali di bilancio approvati dal CdA di Leonardo, siamo ancora partecipi del clima di soddisfazione e armonia che ha caratterizzato anche la riunione dell’ Osservatorio Strategico, fra i segretari generali di Fim, Fiom, Uilm e l’AD di Leonardo. Proprio a valle di questa riunione vogliamo soffermarci su alcuni aspetti che potrebbero apparire marginali e che in realtà segnano in modo marcato l’evoluzione positiva di questo Gruppo e una ritrovata competitività internazionale.
STRATEGIA DI SVILUPPO
Se guardiamo appena indietro, senza scomodare ricordi remoti, potremmo constatare che in poco più di 7 anni dopo la prima rivoluzione operata con la nascita della One Company, e il tentativo di dimagrimento della fase morettiana per fortuna superato, si è costantemente seguita una strategia di sviluppo e di valorizzazione, in tutti i settori, anche se in qualche frangente (es Automation e Oto Melara) la nebbia ha offuscato gli obiettivi, ma per fortuna e anche per determinazione, i nostri sforzi, quelli dei lavoratori, sono riusciti a modificare le intenzioni iniziali. E a oggi, marzo 2025, credo che nessuno possa sostenere una tesi avversa alla scelta fatta di mantenere la ex Oto Melara nel perimetro Leonardo e anzi averla fatta diventare elemento di forza nel percorso di espansione del business Leonardo.
LE SCELTE GIUSTE
Noi della Uilm, oltre i numeri che parlano da soli e testimoniano la bontà delle scelte, dirette o indotte dai nostri suggerimenti, riteniamo doveroso sottolineare che abbiamo sempre sostenuto senza strumentalizzazioni quanto fosse strategico mantenere nella One Company quegli asset che si pensava di vendere. La riprova è che pochi mesi dopo quello che si voleva vendere è diventata una leva per accrescere il valore immediato e prospettico proprio in virtù della JV con Rheinmetall.
Alla stessa stregua e non per mera opportunità di scopo, vorremmo provare a immaginare che la Leonardo, provi a giocare anche una partita diversa e proprio nel momento in cui tutto sembra convergere verso una focalizzazione estrema sul militare, che verrebbe facile sostenere.
ASSET DA CONSOLIDARE
Immaginare di ritagliare un comparto CIVILE, alimentato su base consolidata dalla Divisione Aerostrutture ma completato e corroborate dalla declinazione variegata delle attività della Automazione e del comparto logistico ampliato in ogni ambito correlato dei business, forse potrebbe costituire un ulteriore e importante asset da consolidare e sviluppare per tutta l’azienda Leonardo.
Certo, la centralità dei business fa la differenza ma proprio in queste ore sembra esser confermata l’acquisizione di un contratto importante da Airbus, notizia che oltre a dare fiducia segna una inversione di tendenza che si aspettava con trepidazione. L’idea che ci sentiamo di sostenere e alimentare è che non abbiamo bisogno di “CAVALIERI” bianchi o neri a piacimento ma solo di prendere coscienza delle mutate condizioni che hanno proiettato Leonardo in uno scenario diverso che ci permette di contendere da pari con i player internazionali, non solo a fini militari ma anche civili.
MODELLO DI SVILUPPO
Le operazioni di internalizzazione effettuate da Airbus vs Spirit segnano una resa verso un modello di sviluppo aziendale e la accettazione che occorre farsi carico di costi di lavorazione più elevati che però si portano anche qualità. Quella che venuta meno in una parte del modello costruito ha messo in crisi il sistema, paralizzandone la ripresa dopo il Covid.
Abbiamo competenze, visione industriale, capacità operative e tecnologiche tali da farci competere con qualsiasi concorrente sul mercato, dobbiamo solo esserne convinti e continuare ad investire sull’innovazione e sulla transizione digitale. Questa è la nostra forza, e ne dobbiamo essere convinti.
Gli investimenti fatti a ridosso della pandemia ci hanno data una marcia in più rispetto ai competitor che in quel momento hanno tagliato risorse e forza lavoro. Oggi Leonardo esprime valore e solidità anche grazie a quella scelta di campo e la recente acquisizione da Airbus di un importante ordine ne sottolinea l’importanza.
Resta il capitolo Boeing con tutte le declinazioni, contratti in essere e le divagazioni possibili e immaginabili, col turbante oppure senza! Noi siamo sempre stati con i piedi piantati a terra, e con i gomiti vicini a quelli di chi ogni giorno varca i cancelli e si sporca le mani, ne siamo onorati e ne traiamo la nostra forza!
ECCELLENZE INDUSTRIALI
Il 4 marzo scorzo ci siamo riuniti e abbiamo ragionato del futuro, di quanto veniva ipotizzato e propagandato sulla eventuale cooperazione col fondo arabo, non siamo pregiudizialmente contrari ad alleanze con soggetti che possano espandere le possibilità di business. Siamo preoccupati dalla possibilità che questa ipotesi diventi la base per alienare verso l’ignoto industriale non solo i quattro siti della Leonardo (Pomigliano, Nola, Foggia e Grottaglie) ma anche tutto il reticolo industriale che alimenta la linfa produttiva del territorio delle due regioni. Campania e Puglia che incarnano una eccellenza industriale di un pezzo di Paese. E il Gruppo Leonardo ne può solo trarre beneficio, non solo operativo ma anche di portatore di valori e energie che potrebbero affermare un modello di sviluppo sociale. Questo crediamo sia la sfida di questo gruppo che tante soddisfazioni sta dando al nostro Paese e anche per tale motivo non può abdicare alla sfida che si prospetta.
Noi della Uilm, di sicuro combatteremo fino in fondo questa battaglia.