Care lavoratrici e cari lavoratori,
il 5 marzo, insieme a Fim e Fiom, abbiamo tenuto una Conferenza stampa presso la nostra sede Nazionale per annunciare altre 8 ore di sciopero sul contratto Federmeccanica e Assistal che si svolgerà il 28 marzo. Abbiamo stabilito anche di fare tre grandi assemblee unitarie il 21 marzo a Vicenza, Firenze e Napoli. Io sarò a Napoli e sarà un’occasione importante per ribadire a Federmeccanica e ad Assistal che i metalmeccanici non molleranno sul rinnovo del CCNL.
La rottura del tavolo risale ormai al 12 novembre 2024 ed è passato quasi un anno dall’inizio del confronto (abbiamo presentato la piattaforma il 30 maggio 2024).
In quel momento ci siamo trovati a un bivio cruciale. La controparte non ha ascoltato le nostre proposte anzi, al contrario, ha presentato una contropiattaforma che prevedeva aumenti salariali fumosi e insufficienti e altre misure non adeguate a un rinnovo che deve essere di svolta per vincere le sfide epocali che abbiamo di fronte.
I 311 euro lordi percepiti dai lavoratori negli ultimi tre anni hanno attenuato solo in parte la perdita di potere d’acquisto, i salari devono rappresentare un investimento sulle persone, sulle professionalità per rendere attrattivo il lavoro metalmeccanico. Ecco perché abbiamo chiesto 280 euro di aumento salariale nel triennio al quinto livello e la sperimentazione della riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali.
Ma Federmeccanica e Assistal si nascondono dietro logiche miopi. Con questo rinnovo si è fatto un passo indietro, 24 ore di sciopero non si facevano dal 1999, questo è significativo di come Federmeccanica e Assistal stiano buttando via il modello costruito fino a oggi. Noi non possiamo che continuare con la mobilitazione e con gli scioperi, perché in ballo c’è il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, ovvero il primo strumento di tutela del lavoratore.
L’alta adesione alle 16 ore di sciopero realizzate tra dicembre e febbraio in tutta Italia hanno dimostrato come le lavoratrici e i lavoratori vogliano entrare nel merito dei punti della nostra proposta, ma da Federmeccanica e Assistal abbiamo continuato a registrare un muro.
Questo rinnovo contrattuale deve introdurre misure dirompenti, nuove, efficaci per affrontare i cambiamenti che già hanno modificato radicalmente e inesorabilmente il mondo del lavoro e l’intera società non si può continuare ad agire di retroguardia, serve la responsabilità sociale e il coraggio di osare, di innovare, di essere protagonisti del futuro e non di subirlo. Vogliamo più salario e meno orario e su questo non molleremo.
Per quanto riguarda le vertenze e le crisi aziendali, l’11 marzo siamo stati a Palazzo Chigi per l’ex Ilva. Erano presenti i Ministri Urso e Calderone, Giorgetti in collegamento, e il sottosegretario Mantovano. Abbiamo chiesto strumenti straordinari che prevedano anche forme di risarcimento ai lavoratori, perché la nostra priorità è non lasciare indietro nessuno.
Abbiamo di fronte un passaggio epocale verso una produzione green e per questo c’è bisogno di misure che diano una risposta a ogni lavoratore. Il destino dello stabilimento passa dalla tutela dei lavoratori in Ilva As, degli appalti e dei lavoratori sociali attualmente in cassa integrazione. A una nostra richiesta specifica sia Calderone che Urso hanno dichiarato di assumersi l’impegno di salvaguardare l’intera occupazione garantendo strumenti e risposte per tutti i lavoratori sociali e in Ilva As, oltre ai lavoratori dell’appalto che saranno tutelati.
Per noi questa è una risposta positiva e verificheremo se si concretizzerà per non lasciare indietro nessun lavoratore.
Tra poche ora dall’uscita di questo numero di Fabbrica società si terrà un incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy sul settore Automotive. In questa fase di transizione anche l’Unione europea non dà le risposte attese e per contrastare il rischio deindustrializzazione oltre a risorse e investimenti pubblici e privati, c’è bisogno anche di nuovi ammortizzatori sociali adeguati nella durata che tutelino l’occupazione e vincolino le aziende al loro utilizzo anche attraverso una rimodulazione degli oneri.
Le criticità per quanto riguarda l’automotive sono le medesime per il trasporto pesante e quindi, per quanto riguarda il nostro Paese, Iveco.
Chiederemo una azione congiunta a Governo, Regioni, Stellantis e imprese dell’indotto, per superare le attuali criticità e costruire un sistema di ammortizzatori sociali più equo, efficace e sostenibile, capace di rispondere alle esigenze di imprese e lavoratori, oggi costretti a vivere spesso con poco più di mille euro al mese.
Nel frattempo continua la trattativa per il rinnovo del CCSL, che proseguirà con Stellantis il 31 marzo e con CNHI e Iveco il 1° aprile.