Berco: lotta a oltranza contro i licenziamenti

di Alberto Finessi

Questa vertenza ha inizio ufficialmente il 17 ottobre del 2024 con l’avvio della procedura di licenziamento collettivo art. 4 e 24 della legge 223/91 per 400 dipendenti e la disdetta del CCIA in essere a partire dal 1° novembre 2024. Le motivazioni che hanno portato l’azienda a tale soluzione sono quelle di molte altre realtà metalmeccaniche, costi eccessivi delle materie prime, innalzamento del costo del gas e dell’energia elettrica, imbargo contro la Russia che ha fatto perdere un grosso cliente e la decisione di alcuni primi costruttori di escavatori ad acquistare i componenti sottocarro da clienti siti in paesi al di fuori dell’Europa come Brasile India e Cina dove i costi sono più competitivi.
La grave situazione era già stata preannunciata qualche settimana prima ad inizio ottobre, in modo ufficioso con un numero più alto di esuberi 550, suddivisi in 480 a Copparo (FE) e 70 a Castelfranco Veneto (TR). Berco già dal febbraio 2020 stava usando ammortizzatori sociali e vista la gravità della situazione e il numero elevato degli esuberi, è stato richiesto dalle organizzazioni sindacali e dalle RSU, che il tavolo di crisi fosse spostato al ministero del Made in Italy. Le richieste per essere ricevuti al tavolo romano sono state fatte immediatamente, nel frattempo tutta l’opinione pubblica ed i midia hanno portato alla ribalta una crisi dell’azienta più grossa ed importante di un territorio, quello ferrarese, che da tempo soffre, mettendo a rischio l’intera tenuta sociale.

AL FIANCO DEI LAVORATORI 
Tutte le istituzioni da quelle locali, provinciali e regionali si sono prodigate per essere al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici che per l’ennesima volta vedevano a rischio il proprio posto di lavoro e la decurtazione del loro stipendio a seguito di azioni unilaterali effettuate da una dirigenza spregiudicata che come al solito ha trovato come unica soluzione per riposizionale l’azienda su di un mercato in calo il taglio del costo del lavoro.
Si ricorda che 15 anni fa Berco contava 2.300 dipendenti, oggi ne conta poco più di mille. A ridosso della convocazione del tavolo presso il Mimit le organizzazioni sindacali hanno inoltrato, presso il tribunale di Ferrara due richieste per comportamento antisindacale ex art. 28 legge 300/1970 nei confronti di Berco Spa in merito della disdetta del Contratto Aziendale e della procedura di licenziamento.

GLI INCONTRI AL MIMIT 
Dopo alcuni incontri avvenuti nel mese di novembre 2024, seguendo le indicazioni del Ministro Urso in data 25, Berco Spa e le organizzazioni sindacali decidono di ritirale entrambe le azioni unilaterali intraprese e aprire una procedura di uscite volontarie con il criterio del licenziamento non oppositivo per un numero di 400 dipendenti tutti appartenenti al sito di Copparo (FE) con un incentivo all’esodo e 24 mesi di NASPI, dandosi come termine ultimo della presentazione delle domande il giorno 16 gennaio 2025, entro tale data inoltre le parti avrebbero dovuto incontrarsi per convergere su di un nuovo Contratto Aziendale.
Inoltre Berco decide di non rinnovare i Contratti di Solidarietà che scadevano il 31/12/2024 e dopo numerose richieste da parte delle Organizzazioni sindacali nazionali, presenta in data 09 gennaio 2025 in sede a Copparo un piano industriale che prevede investimenti per i prossimi 4 anni senza dare grosse informazioni su dove venissero recepiti i soldi e su quali piani strategici il board aziendale puntasse, lasciando gli interlocutori con forti dubbi sul futuro industriale dell’azienda che da oltre 100 anni ha garantito prosperità a gran parte del territorio ferrarese.

BERCO NON SI PRESENTA
Arrivati al 30 di gennaio, a seguito di un incontro convocato d’urgenza dall’azienda in Copparo con le RSU e le organizzazioni territoriali, fatto un resoconto delle uscite volontarie che avevano raggiunto le 153 unità anziché le 400 richieste, Berco decide di sospendere il tavolo sulla rimodulazione del CCIA e in data 31 gennaio decide di darne disdetta a partire dal 1° marzo 2025 arrivando poi in data 7 febbraio 2025 ad aprire una nuova procedura di licenziamento per 247 lavoratori.
A questo punto al tavolo presso il Mimit che da tempo era già stato fissato in data 13 febbraio 2025, l’azienda decide di non presentarsi ribadendo che nei 75 giorni della procedura gli incontri si debbano fare per i primi 45 giorni in sede aziendale ed negli ultimi 30 in sede regionale, mancando a nostro avviso alla più importante istituzione in ambito lavorativo della Repubblica Italiana e
dei suoi rappresentanti che sino a quel momento si erano dedicati a trovare una soluzione a questa difficile vertenza.

LOTTA A OLTRANZA
Da questo momento i lavoratori e le lavoratrici della Berco hanno iniziato un percorso di lotta e di scioperi che hanno portato il contatore delle ore non lavorate al di sopra delle 240 unità. Il fronte della protesta vede davanti hai cancelli dell’azienda ferrarese oltre a tutti i lavoratori una comunità intera che quotidianamente non fa mai mancare la propria solidarietà, dalle istituzioni locali, alle associazioni di volontariato, al mondo della scuola a tanti commercianti e attività che portano vivande e bevande a tutti quegli uomini e quelle donne che per 10/12 ore al giorno trascorrono il loro tempo per difendere oltre al loro salario e al loro posto di lavoro un’ideale e una prospettiva di futuro per un territorio che non può essere violato in tal modo da una multinazionale che professa dei valori etici solamente sulla carta.

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