Stellantis: nuovi modelli insufficienti per tempi troppo lunghi. Ora dalle parole si passi ai fatti

Si è svolto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy lo scorso 17 dicembre il tavolo con Stellantis e il nuovo responsabile dell’Europa allargata del Gruppo, Jean-Philippe Imparato, che tra l’altro ha fatto seguito al precedente incontro tra lo stesso Imparato e i sindacati metalmeccanici a Torino la settimana prima.
Nonostante i toni trionfalistici dei Ministri presenti – Urso, Calderone, Giorgetti – che hanno sancito la chiusura del tavolo Stellantis, la Uilm ne è uscita del tutto insoddisfatta e ha lanciato segnali d’allarme importanti.
“La situazione che vivono i lavoratori negli stabilimenti è drammatica e per questo, nei mesi scorsi, abbiamo scioperato sia nei siti che a livello nazionale. L’incontro di oggi sancisce sicuramente un cambiamento di approccio, ma non di merito”. Hanno dichiarato Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, e Gianluca Ficco, Segretario nazionale e responsabile del settore.

IL 2025 ANNO DIFFICILE 
“Apprezziamo che siano stati annunciati nuovi modelli ibridi e la piattaforma small per Pomigliano – hanno aggiunto i sindacalisti della Uilm – ma i tempi sono troppo lunghi considerando che non li vedremo prima della fine del 2025. Come vogliamo gestire il prossimo anno che sarà complicato come il 2024? Ancora con la cassa integrazione e i contratti di solidarietà? Noi non lo accetteremo. Oggi abbiamo ascoltato annunci, ma noi vogliamo i fatti e li verificheremo attentamente. I tempi troppo lunghi non ci fanno presagire un futuro prossimo positivo. Il 2026 è troppo distante”.

GLI STABILIMENTI 
Secondo la Uilm, Mirafiori non si può reggere con la sola produzione della 500, nemmeno con la nuova versione ibrida che non partirà prima di un anno, per non parlare poi della Gigafactory di Termoli, di cui non è stata spesa una parola. “I nostri guai non dipendono dalla transizione – hanno spiegato Palombella e Ficco – ma dall’assenza della produzione di modelli endotermici nei nostri stabilimenti”.
Per un futuro produttivo solido dei siti italiani la Uilm crede sia necessario riportare nel nostro Paese la produzione di modelli italiani attualmente all’estero come Lancia, Alfa Romeo e altre.

SALVAGUARDARE L’INDOTTO 
“L’internalizzazione delle attività da parte di Stellantis non può essere esasperata perché scomparirebbero decine di aziende e migliaia di lavoratori e questo è inaccettabile – hanno continuato – Siamo realisti e gli annunci non risolvono le nostre preoccupazioni sul futuro. Fino a quando le parole non si tradurranno in fatti concreti, con l’avvio delle produzioni e la piena occupazione, per noi la vertenza non è chiusa”.

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