Leonardo Aerostrutture, un’altra sfida da vincere per costruire un futuro credibile

di Bruno Cantonetti 

A breve distanza dall’incontro avuto con l’ad ed il dg nell’ambito dell’Osservatorio Strategico proviamo a rimettere insieme tutti gli elementi di un puzzle che in realtà deve essere ancora completamente definito ma che su questa vicenda merita di tornare indietro di qualche mese.
Partiamo da un assunto, l’ad di Leonardo in occasione della presentazione del piano industriale avvenuta lo scorso mese di marzo aveva dato un segnale forte a tutti, sottolineando con vigore che il business di Aerostrutture per Leonardo era una attività core business e che si stava procedendo nel piano di rilancio prevedendo il raggiungimento del break even a fine 2025.
La certezza che nonostante le criticità si stesse finalmente imboccando la strada giusta è durata lo spazio di qualche settimana, venuta meno per il precipitare costante della Boeing segnato dalle ricorrenti correzioni al ribasso dei piani di ritiro delle fusoliere del 787 e dalla difficoltà di ripristinare un livello organizzativo aziendale che restituisse credibilità e riportasse al giusto standard qualitativo i processi di produzione ed assemblaggio. Una notizia ferale e un duro colpo per tutti i lavoratori della Divisione Aerostrutture, in particolare per il sito di Grottaglie.

I TIMORI DI UNA VENDITA 
Anche questo colpo è stato tramutato in opportunità consentendoci con l’accordo di luglio 2024 di rafforzare il percorso di diversificazione produttiva con l’insediamento della Divisione Elicotteri a Grottaglie con la realizzazione della linea di assemblaggio finale del convertiplano AW609.
Per consentire lo svuotamento degli spazi necessari alla Divisione Elicotteri è stato accettato un rallentamento produttivo con utilizzo della cigo fino a dicembre 2024. 
Ma non era tutto, a settembre una ulteriore rivisitazione dei piani era nell’aria. Le difficoltà di Boeing si accentuavano anche a causa dello sciopero di circa 50 giorni. L’aria pesante poi è stata aggravata quando già si stava immaginando a come affrontare questa ulteriore modifica.
A volte le cose accadono perché poi si possa prendere una via diversa! Il 7 novembre, come una deflagrazione assordante, una raffica di notizie di agenzia, riportavano le dichiarazioni di Cingolani secondo cui Leonardo stava valutando l’ipotesi di scorporo di Aerostrutture per poi immaginare altre soluzioni di partenariato anche finanziario. Il timore conseguente di una potenziale vendita era sconvolgente!
La pronta reazione di protesta dei lavoratori in tutti i siti ha avuto l’effetto di far convocare le Segreterie generali che nell’ambito dell’Osservatorio Strategico hanno ribadito fermamente la contrarietà a una operazione che avrebbe indebolito il contesto industriale di un pezzo di Paese già  provato da altre vertenze.

RIPRISTINARE LA VERITA’ 
Nell’incontro con l’azienda abbiamo ripristinato la verità sul futuro della Divisione Aerostrutture dopo le dichiarazioni dell’amministratore delegato: nessuna cessione o scorporo. Questo non significa che abbiamo risolto i problemi e le difficoltà che stanno attraversando la Divisione Aerostrutture e i 4mila lavoratori occupati, ma abbiamo chiesto impegni precisi, investimenti, progetti aggiuntivi, il ritorno al lavoro soprattutto nello stabilimento di Grottaglie, in cui si soffre di più rispetto agli altri. Nel sito pugliese è chiaro che il vero problema è legato alla situazione di Boeing e per questo chiediamo da tempo il superamento della monocommittenza perchè avere uno stabilimento del genere fermo rappresenta un delitto nei confronti dei lavoratori e degli investimenti realizzati.
Questo l’epilogo che però non ci restituisce piena serenità, e la Uilm ritiene che questa deve essere l’occasione per affrontare una fase di cambiamento ulteriore del mix industriale di questi territori che esprimono con i 4mila lavoratori interessati, professionalità e competenze importanti.
Viviamo una fase positiva e dinamica della Leonardo con progetti importanti che si concretizzeranno nel  medio periodo. Abbiamo il dovere di imprimere una svolta a questa situazione e siamo convinti di poterci riuscire.

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