Cosa farà la nuova Commissione Europea per l’acciaio?

di Guglielmo Gambardella

Lo scorso 13 giugno si è tenuta, in remoto, la riunione della rete “IndustriAll metalli di base” per fare il punto della situazione sul settore siderurgico alla luce della nuova compagine politica nel Parlamento europeo. Lo scenario europeo del settore continua a essere difficile in ragione di un contesto mondiale di concorrenza sleale, in particolare da parte dei produttori asiatici (Cina in primis), dei costi delle materie prime e della sfida della decarbonizzazione che l’Europa ha deciso con il Green Deal.

NUOVO ASSETTO IN EUROPA

In attesa che si svolga la prima riunione del nuovo Parlamento europeo, prevista nel mese di luglio, e l’elezione del nuovo presidente della Commissione Europea e dei nuovi Commissari, i sindacati metalmeccanici europei si sono interrogati su quale potrebbe essere il possibile (nuovo) approccio e sostegno da parte delle istituzioni europee all’industria siderurgica: quale politica industriale per conciliare la sostenibilità ambientale con la sostenibilità sociale? In particolare, quale potrà essere l’indirizzo politico che assumeranno le presidenze di Ungheria, Polonia e Danimarca che si avvicenderanno rispettivamente nel secondo semestre del 2024, primo semestre 2025 e nel secondo dello stesso anno? E poi, chi sarà il nuovo vicepresidente della Commissione Europea per l’industria? Quali politiche commerciali e quali strumenti a difesa del mercato e dell’industria europea a fronte delle crescenti importazioni a basso prezzo? Quale autonomia strategica? Quale (diverso) futuro per l’avviato percorso di transizione ambientale?
Ed ancora, verranno tenute in considerazione i report sulla competitività elaborati recentemente da Mario Draghi e Enrico Letta il quale, quest’ultimo, ha posto, nelle future politiche industriale europee la “condizionalità sociale” a fronte di eventuali finanziamenti alle imprese.

LE MAGGIORI CRITICITA’
L’intervento della Uilm, nel corso della riunione, è stato focalizzato sulle maggiori criticità ancora presenti nel nostro paese: le crisi industriali dell’ex Ilva, dell’ex Lucchini (JSW) e Liberty Magona di Piombino e le problematiche del costo dell’energia e del rottame che incide fortemente sulla competitività della elettosiderurgia italiana. In attesa di un quadro più chiaro che possa rispondere a tutte le domande poste dai sindacati metalmeccanici europei, IndustriAll Europe continuerà la campagna di sensibilizzazione verso l’Unione Europea per la difesa del settore siderurgico e dei suoi occupati.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *