L’impatto dell’Intelligenza Artificiale sul lavoro di oggi e domani

Si è svolto il 23 aprile scorso, presso l’Università di Roma Sapienza, un Convegno dal titolo “L’impatto dell’Intelligenza Artificiale sul lavoro di oggi e domani” organizzato e coordinato dalla Professoressa Lucia Valente.

Il programma, molto vasto, ha preso il via sin dalla mattina per concludersi nel pomeriggio con la tavola rotonda “L’impatto dell’AI sui rapporti sindacali e sulla partecipazione dei lavoratori in azienda” a cui ha preso parte anche il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella.
Il convegno ha proposto sul tema una riflessione interdisciplinare. Non solo l’automazione, ma anche l’intelligenza artificiale già oggi sta incominciando sensibilmente a cambiare l’organizzazione del lavoro modificandone i tempi, gli spazi, la grammatica e la sintassi. Ne sono un esempio eloquente i settori sanitario, della logistica, dell’editoria e dell’automobile. Nel frattempo, la legislazione europea è in procinto di adottare un regolamento sull’AI e ha in gestazione una direttiva sul lavoro tramite piattaforme digitali.

L’IMPATTO DELL’AI SUL SINDACATO
A introdurre la tavola rotonda con il sindacato è stato Emanuele Massagli che riprendendo i contenuti della mattinata ha chiarito le peculiarità della sessione: non una riflessione specifica sulla sostituzione del lavoro, né sulle tipologie contrattuali o sulla valutazione del personale (argomenti di sicuro interesse sindacale), bensì sul rapporto diretto tra IA e relazioni di lavoro.
Secondo Massagli le relazioni industriali, tanto più in epoca di IA, sono destinate ad essere sempre di più relazioni “di lavoro” (labour relations). Non inopportuno sottolineare, inoltre, che si tratta di “relazioni”, ossia esattamente la dimensione che l’IA non riesce a sostituire.

POSSIBILI IMPATTI
Quali sono quindi i possibili impatti? Massagli ne mette sul piatto quattro: la contrattazione con un algoritmo. Il sindacato come difensore dell’ultima decisione e discrezionalità dell’uomo, contro la deresponsabilizzazione economicistica della decisione artificiale; quale ruolo per il sindacato nella “perfezione” giuridica ed economica della costruzione dei contratti di lavoro impostati da un software? Il ruolo del sindacato anche oltre la vertenza: la riscoperta della vocazione (anche) educativa e di comunità; assume ancora più concretezza l’ipotesi della partecipazione non solo e tanto tecnica, ma di certo consultiva (diritto alla informazione in caso di adesione di software di IA) e probabilmente anche strategica alle decisioni e alla gestione delle imprese; bot sindacali allenati con i contratti collettivi comparativamente più rappresentativi e con le guide ai servizi sindacali per un’assistenza precisa e diffusa ai lavoratori.

LA POSIZIONE DELLA UILM
“Stiamo vivendo cambiamenti epocali che stanno già rivoluzionando il mondo del lavoro. Le transizioni ecologica e digitale e l’intelligenza artificiale devono essere gestite, governate e regolamentate per farle diventare opportunità di sviluppo e non rappresentare disastri occupazionali e sociali”, ha detto Palombella nel suo intervento. “Le relazioni industriali – ha aggiunto – devono vedere al centro sempre l’uomo, la capacità di innovare, migliorare e implementare il presente e tutto questo non può essere sostituito da un algoritmo. L’intelligenza artificiale può essere uno strumento per rendere il luogo di lavoro più sicuro, vivibile e attrattivo per le giovani generazioni ma l’uomo deve mantenere il controllo e la gestione del processo, per evitare pericolose derive”.

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