Sono due le notizie dell’ultima ora degne di nota sulla vertenza ex Ilva: il Governo ha dato il via libera alla richiesta di Invitalia sull’amministrazione straordinaria e ha nominato come commissario straordinario Giancarlo Quaranta. Insomma, la trattativa intavolata nelle ultime settimane con ArcelorMittal non è andata a buon fine e l’unica strada possibile è quella del commissariamento.
IL DIVORZIO
“Finalmente il divorzio è avvenuto e si apre uno spiraglio – ha commentato all’uscita di Palazzo Chigi il 19 febbraio scorso, il Segretario generale della Uilm Rocco Palombella – Abbiamo ottenuto, speriamo, un primo risultato: non dovremo più confrontarci con ArcelorMittal ma con persone capaci e competenti per discutere di siderurgia e rilanciare gli stabilimenti ex Ilva salvaguardando salute, ambiente e occupazione. Siamo consapevoli che la strada sarà in salita, ma daremo finalmente alla fabbrica una nuova possibilità. Da oggi si deve cambiare pagina”.
IL COMMISSARIO
“La nomina di Quaranta – aggiunge Palombella – risponde alle caratteristiche preannunciate dal Governo: è una persona competente, che conosce il settore siderurgico e l’azienda da molti anni. Ci aspettiamo da subito un cambio di passo rispetto alla gestione fallimentare del passato e aspettiamo di conoscere quali saranno i primi interventi da mettere in campo”. E il neo commissario non ha fatto attendere molto i sindacati, visto che li ha già convocati nello stabilimento ex Ilva di Taranto per il prossimo lunedì, 26 febbraio.
Durante l’incontro al Mimit il 21 febbraio scorso con Urso, Quaranta ha chiesto l’amministrazione straordinaria per tutte le società del Gruppo, nel frattempo Acciaierie d’Italia fermava l’unico altoforno in marcia, il 4, per 24 ore. Uno stop temporaneo fortunatamente già ripristinato, ma che è subito suonato come l’ultimo atto disperato della vecchia gestione.
LE PRIORITA’
Adesso le priorità sono sicuramente due: quella finanziaria, per rimettere subito in moto lo stabilimento iniziando dallo sblocco delle navi per l’arrivo delle materie prime con l’obiettivo di ricominciare a produrre acciaio; e quella delle relazioni con il sindacato per capire come gestire i lavoratori e come aiutare le aziende dell’indotto.