Non le mandano a dire i vertici Federmeccanica, che con il manifesto “Più impresa!” intendono lanciare un chiaro messaggio agli imprenditori, ma anche e soprattutto alle istituzioni nazionali e locali e al governo, in vista della prossima manovra: “Bisogna puntare di più sulla metalmeccanica, vera spina dorsale dell’economia italiana, visto che rappresenta l’8% del Pil, il 50% dell’export nazionale e occupa 1,7 milioni di lavoratori – ha dichiarato Fabio Astori, vice presidente di Federmeccanica – Solo se si punta di più sulle imprese ci può essere più lavoro. Questa è l’unica equazione possibile. Senza imprese, infatti, non c’è e non ci può essere lavoro, benessere e sviluppo. Per questo le imprese metalmeccaniche lanciano un messaggio chiaro, forte e semplice con due parole ‘Più impresa’”.
INDAGINE CONGIUNTURALE
Ciò che è emerso dalla 147ª indagine congiunturale presentata da Federmeccanica è che l’industria metalmeccanica sta vivendo sì un periodo di crescita, ma anche che le previsioni temono rallentamenti. È pur vero che nei primi sei mesi dell’anno l’aumento è stato del 4,6% rispetto all’anno precedente, ma i volumi segnano ancora un -22,1% rispetto al 2008. Attualmente l’industria metalmeccanica rappresenta l’8% del Pil del Paese e vale quasi il 50% dell’export nazionale. “Servono politiche industriali mirate e azioni coordinate a livello europeo per fronteggiare le tensioni commerciali globali”, si legge nel manifesto. “È necessario che tutte le istituzioni operino in maniera coordinata”, rimarca Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica. Secondo lui, tra le priorità da affrontare ci sarebbero la riduzione del costo del lavoro, incentivare ogni forma di collegamento tra salari e produttività (vedi detassazioni e decontribuzioni sui premi di risultato), sostegno all’industria 4.0, gli investimenti e la tecnologia, ma anche l’alternanza scuola-lavoro.
MANIFESTO IN 5 PUNTI
Cinque i punti indicati nel manifesto su cui agire per rendere più competitiva l’industria metalmeccanica: più metalmeccanica, più istruzione e formazione, più innovazione, più flessibilità, più competitività. “È necessario anche avere un mercato del lavoro flessibile, – sottolinea Franchi – per consentire alle aziende di adattarsi ai cambiamenti, e inclusivo. La flessibilità per l’industria metalmeccanica non è precarietà. Il 96% dei lavoratori Metalmeccanici è a tempo indeterminato e il 40% dei contratti stabili sono trasformazioni di contratti flessibili”.
FORMAZIONE
Per quanto riguarda la formazione, invece, l’indagine condotta da Federmeccanica rileva che il 48% delle aziende metalmeccaniche fatica a reperire manodopera specializzata, una carenza che riguarda figure professionali sia con elevate competenze tecnologiche che professionali.
Infine, tornando sui dati del primo semestre dell’anno, le esportazioni sono aumentate del 3,8% a fronte delle importazioni che registrano un +5%, con un saldo positivo di 25 miliardi di euro. La Cig scende del 48,1% rispetto al primo semestre 2017 e l’occupazione dovrebbe rimanere positiva anche nel secondo semestre, anche se “in misura più contenuta rispetto al passato”.