Consiglio Uilm Taranto: ri-costruiamo il futuro, adesso

“Oggi siamo qui per sottolineare ancora una volta il grande risultato che abbiamo conseguito alle ultime elezioni per il rinnovo delle rsu in Acciaierie d’Italia. Abbiamo dimostrato come, dopo oltre 30 anni, i lavoratori abbiano continuato a premiare la nostra lealtà, il nostro essere tra le persone, il nostro coraggio nel dire sempre le cose come stanno”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella a Taranto in occasione del Consiglio territoriale che si è svolto il 20 marzo scorso alla presenza di oltre 200 delegati e, tra gli altri, del Segretario generale Uil, PierPaolo Bombardieri, e del Segretario organizzativo Uil, Emanuele Ronzoni.

PREMIATI GLI RSU ELETTI
Con l’occasione Bombardieri ha consegnato un premio ai 23 delegati eletti alle ultime elezioni per il rinnovo delle rsu. Il Leader Uil ha ribadito come l’ex Ilva sia unica in Italia per l’alto tasso di sindacalizzazione, ben oltre l’88% dei lavoratori si è recato a votare: “Avete dato una lezione alla politica!”.
“Non abbiamo bisogno di legittimazioni esterne o politiche – ha aggiunto– sono questi risultati che ci legittimano ed è proprio forti di questo consenso che ci rapportiamo ai nostri interlocutori. Peraltro – ha ricordato Bombardieri – da due mesi a questa parte, la Uil ha avviato un percorso di mobilitazione in tutto il Paese, perché abbiamo sentito la necessità di confrontarci con i nostri lavoratori e con le nostre lavoratrici e perché non ci hanno convinto le scelte del Governo. L’ultima, in ordine di tempo, è la riforma fiscale che, però, bisognerebbe conoscere: non c’è un testo scritto, non c’è chiarezza, ma solo demagogia e propaganda. Aspettiamo i dati e poi daremo un giudizio. Intanto – ha precisato Bombardieri – tra qualche giorno, ci dovremmo incontrare con Sbarra e Landini per definire, insieme, un percorso di mobilitazione che noi, lo ribadisco, abbiamo già avviato e che ora vorremmo far diventare unitario”.

AMBIENTE E LAVORO
Tornando all’Ilva, Palombella ha poi ribadito: “Quello che continuiamo a chiedere alla politica è la gestione di una fase di passaggio come quella che stiamo vivendo che salvaguardi l’ambiente e l’occupazione, il grande dilemma di questo territorio. E questo si può fare solo continuando a produrre, rifacendo l’altoforno 5, e nel frattempo facendo gli investimenti per i forni elettrici e il DRI. Alle ultime elezioni il 38% ha votato per la Uilm, perché noi chiediamo il lavoro. Gli accordi di programma si possono fare a valle di progetti che stabiliscono tempi, obiettivi, procedure, e non prima. Ecco perché noi non ci stancheremo mai di dirlo, non vogliamo cassa integrazione, vogliamo il lavoro e lo vogliamo per tutti, diretti, indiretti, indotto, Ilva in As”.

RISPOSTE CERTE
Alle sue parole ha fatto eco Bombardieri: “Bisognerebbe dare finalmente risposte certe sull’impianto siderurgico pugliese, ma questo Governo, come quello precedente, continua a non scegliere e a dare fiducia a un gruppo dirigente che sta dimostrando di voler chiudere lo stabilimento. Noi siamo convinti che l’Ilva sia un asset strategico per l’industria manifatturiera del nostro Paese. Pertanto chiediamo al Governo di fare scelte concrete e immediate, di allontanare l’attuale gruppo dirigente e di prendere la gestione direttamente nelle proprie mani, facendo coincidere lo sviluppo industriale con la salvaguardia occupazionale e del territorio”.
“In Puglia – ha concluso poi Palombella – ci sono molte altre fabbriche importanti dove la Uilm è presente e vince le elezioni, come Leonardo e Vestas, grandi eccellenze italiane con professionalità di alto livello. Faremo sempre tutto quello che è nelle nostre possibilità per difendere il patrimonio ambientale, industriale e umano che è un bene per l’Italia intera”.


NO ALLA CIGS IN ACCIAIERIE D’ITALIA
Mentre scriviamo c’è un confronto aperto al Ministero del Lavoro per la proroga della cassa integrazione richiesta da Acciaierie d’Italia. La Uilm ha ribadito la sua posizione senza tentennamenti.
Se firmassimo l’accordo di cigs certificheremmo 3mila esuberi strutturali, che si aggiungerebbero ai 1.600 in Ilva AS che non rientrerebbero a lavoro, e la fine della validità dell’accordo del 2018, che non prevedeva assolutamente utilizzo di ammortizzatori sociali.
L’azienda non ha mantenuto gli impegni con la cigs richiesta lo scorso anno, a partire dall’obiettivo della produzione di 5,7 milioni di tonnellate, e non lo farà nemmeno con questa per i prossimi 12 mesi.
Senza un piano industriale, senza la certezza di investimenti, senza un piano di risalita produttiva saremmo complici di un disastro ambientale, occupazionale e industriale che vede anche il nuovo Governo in carica passivo ed inerme di fronte ad una gestione fallimentare. La cosa più grave è quella di una governance che vede al suo interno la partecipazione dello Stato attraverso Invitalia che, fra l’altro, ha finanziato recentemente l’azienda con 680 milioni di euro di denaro pubblico.
Per la Uilm, quindi, non può esserci nessuna moneta di scambio che giustifichi la nostra firma ad un accordo di cigs, neanche un rateo di tredicesima.

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