È stata presentata a Roma il 10 ottobre, in un’assemblea nazionale dei rappresentanti sindacali di Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr, la piattaforma di rinnovo del Contratto Collettivo Specifico di Lavoro di Stellantis, Iveco, CNHI e Ferrari in scadenza a fine anno.
In considerazione del fatto che oggi il recupero e la tutela del potere di acquisto delle retribuzioni rappresenta la prima urgenza per salvaguardare i redditi dei lavoratori, la richiesta è di incrementare all’inizio di ogni anno la paga base in modo da recuperare appieno l’inflazione dell’anno precedente. Stando alle previsioni diffuse nel momento in cui la piattaforma è stata elaborata, che comunque andranno aggiornate con i dati effettivamente consuntivati, ciò significa che viene chiesto un incremento della paga base per ciascun livello di inquadramento nel 2023 dell’8,4%, nel 2024 del 4,5%, nel 2025 del 2,5%, mentre per il 2026 non si hanno attualmente delle stime di riferimento attendibili.
TUTELARE I SALARI DALL’INFLAZIONE
“Tutelare i salari dalla inflazione – argomentano Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore automotive – è oggi di assoluta importanza, per ragioni sia di giustizia sociale sia di tenuta economica complessiva. In caso contrario, infatti, non solo i lavoratori dipendenti andrebbero incontro a un rapido impoverimento, ma l’Italia sprofonderebbe in un quel circolo vizioso che porta il nome di austerità e che alla fine immancabilmente conduce alla crisi e al fallimento”.
Fra le altre richieste che hanno un rilievo economico, c’è quella di aggiornare e migliorare il premio annuale, di rivalutare la indennità di funzioni direttive, introdurre un sistema premiante sulla professionalità, di limitare l’assorbibilità dei superminimi, di definire una quota di salario sotto forma di beni e servizi uguale per tutti i lavoratori, di migliorare ed estendere lo sconto per l’acquisto di vetture, di incrementare la quota a carico azienda per la previdenza complementare e per la sanità integrativa.
SUL VERSANTE NORMATIVO
Sul versante prettamente normativo, si richiede di rafforzare la formazione professionale e il diritto allo studio, di migliorare lo smart working e l’inquadramento professionale, nonché di intervenire su alcuni istituti dell’orario di lavoro, ad esempio correggendo e migliorando l’istituto dei recuperi produttivi, estendendo le forme di flessibilità in entrata ed uscita, prevedendo tempi minimi per il richiamo al lavoro dalla cassa integrazione, infine introducendo maggiorazioni aggiuntive per il lavoro del sabato. Infine sul piano strettamente sindacale si propone di rafforzare il sistema di partecipazione e confronto in Azienda, per poter più efficacemente tutelare i lavoratori in tema di salute e sicurezza e di organizzazione del lavoro.
“L’importanza del CCSL – proseguono i sindacalisti della Uilm – va oltre i circa 70mila lavoratori a cui si applica, poiché le relazioni sindacali in quella realtà che fu Fiat, e che ora è rappresentata da una molteplicità di grandi aziende multinazionali, hanno da sempre rappresentato un punto di riferimento per l’intero mondo del lavoro. Speriamo che anche la trattativa che sta per partire possa confermare questa tradizione non solo dal punto di vista salariale, ma anche sul versante dei diritti, delle condizioni di lavoro, dei metodi di coinvolgimento dei lavoratori”.
PIATTAFORMA APPROVATA
L’assemblea dei 500 delegati riuniti a Roma ha approvato e valutato positivamente le relazioni svolte dalle Segreterie nazionali per illustrare i contenuti della piattaforma per il rinnovo del CCSL 2023- 2026. A partire dai prossimi giorni le Segreterie territoriali convocheranno unitariamente le assemblee dei lavoratori e cureranno la distribuzione del testo. Entro il 19 di ottobre 2022 la piattaforma di rinnovo sarà sottoposta ai Consigli delle RSA, a cui viene rimessa la sua formale approvazione. Se la piattaforma sarà approvata dai Consigli delle RSA, le Segreterie nazionali invieranno alle controparti la piattaforma approvata e le richieste di incontro urgente per aprire la discussione negoziale.
“Siamo consapevoli – concludono Palombella e Ficco – delle difficoltà del contesto industriale, economico e politico che stiamo attraversando, delle delicate sfide poste nel settore automotive dalla transizione energetica, ma non possiamo né vogliamo accettare che tali difficoltà siano scaricate per intero sulle spalle dei lavoratori. Spesso politici, commentatori e perfino imprenditori denunciano che gli stipendi in Italia sono bassi; ebbene è arrivata l’ora che dimostrino di essere sinceri, appoggiando le nostre richieste sindacali”.