Wartsila: la sentenza dà ragione ai lavoratori, ora confronto vero per futuro Trieste

Niente licenziamento per i 451 dipendenti Wartsila dello stabilimento di San Dorligo. Il giudice del lavoro del Tribunale di Trieste, Paolo Ancora, ha accolto il ricorso presentato dai sindacati di categoria in merito al comportamento antisindacale della azienda, revocando la procedura di licenziamento per i lavoratori.

IL RISARCIMENTO
Il Gruppo è stato condannato al pagamento di 50mila euro a ciascuna delle sigle sindacali a titolo di risarcimento per danno di immagine, al pagamento delle spese legali e di pubblicazione del decreto su alcuni quotidiani nazionali. Il Giudice ha invece dichiarato inammissibile l’intervento della Regione Friuli-Venezia Giulia.

UN RISULTATO IMPORTANTE
“La sentenza del Tribunale di Trieste che ha riconosciuto la condotta antisindacale di Wartsila è un importante risultato per tutti i lavoratori. L’annullamento della procedura di licenziamento deve indurre la multinazionale a rivedere le sue posizioni e le strategie di delocalizzazione. Ora questa decisione giudiziaria ci deve consentire di aprire un serio e vero confronto, senza avere un ‘contatore che gira’, con tutte le parti interessate sul futuro di Trieste e di tutto il Gruppo in Italia”. Lo dichiara Michele Paliani, Coordinatore nazionale Uilm per il Settore cantieristica navale.

NORMA ANTI DELOCALIZZAZIONI
Nell’ultimo Decreto Aiuti ter, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 223 del 23 settembre 2022, sono previste sanzioni molto più severe per le imprese che delocalizzano la propria attività senza prevedere misure a tutela dei lavoratori. I datori di lavoro saranno tenuti a pagare una multa maggiorata del 500 per cento rispetto a quanto previsto sino ad oggi se non presentano il piano per le ricadute occupazionali ed economiche. Inoltre, saranno obbligati a restituire tutti i benefici ricevuti negli ultimi 10 anni se riducono oltre il 40 per cento del personale.

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