Il 4 ottobre scorso Fim Fiom Uilm hanno indetto uno sciopero di 4 ore con manifestazione a Carpenedolo, nel bresciano, dove si trova una delle sedi della Gianetti Ruote.
L’azienda ha annunciato a luglio la volontà di licenziare 152 dipendenti nello stabilimento centrale di Ceriano Laghetto, in Brianza, oltre a un’altra quindicina di lavoratori proprio a Carpenedolo.
La manifestazione unitaria, sotto lo slogan “Difendiamo il lavoro”, è stata indetta per chiedere il ritiro dei licenziamenti – che riguardano anche le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento di Carpenedolo, in provincia di Brescia – la reindustrializzazione del sito Ceriano Laghetto, oltre che un programma di investimenti per lo stabilimento bresciano.
In questi giorni alla Gianetti Ruote stanno arrivando le ultime lettere di licenziamento, mentre martedì 5 ottobre è stato il giorno dell’udienza in Tribunale a Monza. I giudici dovranno stabilire se la procedura di licenziamento è stata avviata in maniera corretta, articolo 28 dello Statuto dei lavoratori: altrimenti si dovrà azzerare tutto e ripartire da capo, come è successo alla Gkn di Firenze, un’altra azienda del settore automotive.
IN ATTESA DELLA SENTENZA
“Speriamo che il Tribunale di Monza faccia giustizia sulla vertenza di Gianetti ruote e dia il tempo necessario per trovare la migliore soluzione per i 152 lavoratori coinvolti – ha commentato la Uilm – Ciò che sta accadendo in Gianetti è emblematico di quanto sta accadendo nel nostro Paese e in particolare nel settore auto. A differenza di altri Stati, dove molte potenze industriali stanno riportando nel territorio le produzioni prima delocalizzate, in Italia continuiamo a subire queste le delocalizzazioni, con gravi conseguenze occupazionali. L’Italia deve capire che l’industria è alla base del benessere nazionale e della sua sovranità. Questo è il momento di riportare in Europa e in Italia le produzioni fondamentali, a partire dall’automotive, primo settore industriale italiano”.
“È necessaria una legge contro le delocalizzazioni – continua – che dia il tempo per trovare le soluzioni occupazionali alternative, che penalizzi duramente atteggiamenti predatori e socialmente irresponsabili, che cancelli il Jobs Act, non solo per quanto riguarda l’articolo 18 ma nella parte sugli ammortizzatori sociali. È fondamentale che il Governo italiano metta in atto una politica seria industriale del settore automotive, che abbia al centro la salvaguardia occupazionale e le produzioni nazionali, essenziali per vincere la sfida della transizione”.
IBS TECHNOLOGY ASSUME
Una opportunità per alcuni lavoratori di Gianetti arriva da un’azienda del Varesotto, la Ibs Technology. primi sei sono già stati assunti, ce ne sono un’altra quindicina che stanno effettuando colloqui e sicuramente altri verranno presi. “In Gianetti ho lasciato un pezzo del mio cuore e quando ho saputo cosa stava succedendo mi sono attivato subito”, ha raccontato l’ingegner Mauro Zappa, attuale direttore di stabilimento della Ibs Technology di Tradate, che fa parte del gruppo Hydac Sa e realizza radiatori per macchine movimento terra, macchine agricole, pale eoliche gruppi elettrogeni. “La nostra azienda sta crescendo molto, abbiamo assunto 60 addetti solo da gennaio a oggi, arrivando a circa 200 unità e contiamo di aggiungerne altre 30 entro la fine dell’anno”.