Acciaierie d’Italia: silenzio assordante da Giorgetti

“C’è un piano, lo presenteremo in modo congiunto alla fine del mese con i ministri Cingolani e Franco, adesso aspettiamo il 21 luglio che si insedi il cda e l’ingresso dello Stato nella nuova compagine societaria”. Era il 17 luglio quando il ministro Giorgetti, durante un evento a Bari, rilasciò questa dichiarazione. Da allora un silenzio assordante dal ministero dello Sviluppo economico. 

BILANCIO E NUOVO CDA

Come previsto il 21 luglio l’assemblea degli azionisti di Acciaierie d’Italia ha dato il via libera all’approvazione del bilancio 2020, con “un utile netto pari a circa euro 4 milioni, un patrimonio netto che si attesta a euro 1.828 milioni e i debiti finanziari sono pari a zero” come si legge nel comunicato diramato dall’azienda. Inoltre c’è stata la nomina del nuovo consiglio di amministrazione “con mandato fino all’approvazione del bilancio dell’esercizio che si chiuderà il 31 dicembre 2022”. Franco Bernabè, ex ad Eni e Telecom, è stato nominato presidente mentre Lucia Morselli sarà l’amministratore delegato.
In questo modo si dà avvio formale alla nuova società e si concretizza l’accordo dello scorso 14 aprile, con l’ingresso di Invitalia con un versamento iniziale di 400 milioni, il 38% del capitale e il 50% dei diritti di voto. Entro maggio 2022 ci sarà un secondo investimento di Invitalia fino a 680 milioni per arrivare al 60% del capitale, mentre Arcelor Mittal dovrà investire fino a 70 milioni per mantenere una partecipazione pari al 40% e il controllo congiunto sulla società.

STOP BATTERIA 12
Entro il 31 agosto prossimo la batteria 12 delle cokerie, la più grande dello stabilimento di Taranto, dovrà essere fermata. Questa è la decisione del Tar del Lazio che ha confermato il provvedimento del 25 giugno scorso del ministro Cingolani che non concedeva la proroga fino a fine gennaio 2022, chiesta dall’azienda per terminare i lavori di messa a norma ambientale della batteria, riconfermando la scadenza già fissata al 30 giugno 2021. Queste prescrizioni sono previste dal Piano ambientale del 2017 e si tratta di lavori di adeguamento ambientale di un impianto da cui dipendono AFO 4, acciaieria 1 e treno nastri. Nell’ultimo incontro al Mise dell’8 luglio, il Governo indicò proprio la continuità produttiva della batteria 12 “come condizione fondamentale per l’avvio del progetto industriale”. A questo punto la ripartenza, come previsto dal provvedimento di Cingolani, potrà avvenire solo dopo l’adeguamento alle prescrizioni, ovvero la costruzione della nuova doccia 6 per abbattere le polveri e garantire il limite di 25 grammi per tonnellata di coke, l’installazione di filtro a maniche per il rispetto del limite dell’emissione di polveri del camino E428, oltre al miglioramento del sistema di aspirazione e l’installazione del sistema di controllo dei forni.

SCIOPERO
“Il tempo è scaduto”. Con questo slogan centinaia di lavoratori dello stabilimento di Taranto si sono ritrovati sotto la Prefettura di Taranto per lo sciopero di Gruppo di otto ore indetto da Fim, Fiom e Uilm che ha visto un’altissima adesione da parte dei lavoratori. La mancanza di un piano industriale, di una prospettiva concreta e duratura, che unisca salute, ambiente e lavoro, ha creato un clima di incertezza, sfiducia e preoccupazione tra gli 8.200 dipendenti diretti e le migliaia dell’indotto.
Una forte delusione già espressa dal Segretario generale Rocco Palombella dopo l’ultimo incontro al Mise dello scorso 8 luglio, quando dichiarò che “non c’è un punto fisso da cui partire, sembra si stia navigando a vista”, aggiungendo che “c’è una totale confusione e si rimane appesi alla sentenza di turno senza avere un programma industriale di lungo periodo”.

LETTERA A GIORGETTI
“Di fronte a una situazione drammatica che si vive negli stabilimenti dell’ex Ilva non si riescono a comprendere le ragioni di tanta indecisione e di questo silenzio assordante” così recita la lettera inviata da Rocco Palombella al ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti lo scorso 29 luglio.  Secondo il leader Uilm “è il momento di agire prima che la situazione degeneri definitivamente” e torna a chiedere “il diritto a un lavoro dignitoso nel rispetto dell’ambiente circostante”.
Sempre il 29 luglio sono stati resi noti i dati del bilancio del primo semestre del Gruppo ArcelorMittal. Nei primi sei mesi del 2021 ha macinato utili per 5,3 miliardi di euro, il miglior risultato dal 2008, e ha distribuito ai propri azionisti 1,3 miliardi di euro. Allo stesso tempo, fa notare Palombella, “in Italia aumentano i lavoratori in cassa integrazione con un reddito da fame, oltre 4mila solo diretti, e la produzione fa registrare un record negativo (3,5 milioni di tonnellate su base annua)”. Inoltre, aggiunge, “aumentano le fermate degli impianti, si sospendono gli investimenti legati al risanamento ambientale e l’Italia continua a importare milioni di tonnellate di coils (4 milioni di tonnellate nel 2020) arricchendo anche ArcelorMittal nel mondo a discapito del nostro Paese”. Un “grande capolavoro industriale” conclude amaramente il Segretario generale Uilm.

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