Ex Ilva: dopo pesanti condanne, accelerare su transizione e futuro ecosostenibile

Il 31 maggio scorso è arrivata l’attesa sentenza per il primo grado di giudizio del processo “Ambiente svenduto”. “Una sentenza con pesanti condanne penali che senza dubbio deve rappresentare la fine di un’epoca, fatta di inquinamento, di conflitto tra salute e lavoro, tra cittadini e lavoratori. Deve essere quindi l’inizio di una nuova fase con una forte accelerazione della transizione ecologica e una produzione ecosostenibile che riporti un equilibrio tra fabbrica e città”. Lo dichiara il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella.  “È stato stabilito, ancora una volta – aggiunge il leader dei metalmeccanici della Uil – che uno stabilimento così grande e importante per l’intero Paese non può essere lasciato in mani private senza alcun controllo da parte dello Stato che, al contrario, deve garantire contemporaneamente il rispetto della salute e il lavoro”.

ORA LA TRANSIZIONE
Dopo questa sentenza Palombella ne è certo: “Lo Stato è di fronte a un’unica strada: investimenti corposi, anche grazie ai fondi europei, per anticipare i tempi della transizione ecologica del più grande sito siderurgico europeo, verso una produzione ecosostenibile, abbattendo le emissioni delle fonti inquinanti, salvaguardando l’ambiente, l’occupazione e un asset strategico per il nostro Paese”.
Secondo il leader Uilm “non è più rimandabile un intervento diretto dello Stato nel controllo della maggioranza di Acciaierie d’Italia. Per questo chiediamo al Governo di indicare una direzione chiara, di dirci come immagina il futuro del sito e della città di Taranto, quali progetti concreti vuole mettere in campo e con quali tempistiche. Da Taranto dipende anche il futuro di tutti gli altri stabilimenti del Gruppo”.
“Dopo nove anni dal sequestro degli impianti – conclude – è arrivato il momento delle scelte definitive da parte dello Stato. Non è più il tempo di rimandare decisioni che da troppi anni i lavoratori e i cittadini di Taranto attendono”.

IN ATTESA DEL CONSIGLIO DI STATO
Nei giorni precedenti all’uscita di questo numero di Fabbrica società i rumors davano per imminente l’uscita della sentenza del Consiglio di Stato chiamato a decidere se confermare o bocciare la sentenza del Tar di Lecce che lo scorso 12 febbraio ha ordinato lo spegnimento in 60 giorni degli impianti dell’area a caldo del siderurgico ex Ilva di Taranto. Tuttavia, fonti dello stesso organo hanno smentito che questo avverrà a breve. Le stesse fonti ricordano che la legge prevede che la sentenza venga depositata entro il termine di 45 giorni, termine da calcolare a partire dal 13 maggio scorso, data in cui il ricorso è stato discusso in udienza.
Insomma, ancora una volta siamo al centro di lunga e lenta agonia che dura ormai da troppi anni.

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