Cari lavoratori,
non posso iniziare questo mio editoriale oggi senza far riferimento al tragico incidente mortale avvenuto pochi giorni fa a Prato, dove in una azienda tessile ha perso la vita una giovane madre di 23 anni. Il triste episodio ha lasciato tutti noi sgomenti. La morte di Luana si aggiunge purtroppo a tante altre e va ad alimentare il bilancio dell’Inail di tre morti al giorno sul lavoro, un bollettino che nel 2021 non possiamo più tollerare.
Questo nuovo numero di Fabbrica società si colloca a valle delle ricorrenze importanti del 25 aprile e del Primo maggio. Due date simbolo per il Paese che anche quest’anno però sono state celebrate in maniera molto contenuta perché la pandemia, per la seconda volta, ci ha costretti a non organizzare manifestazioni nelle fabbriche e nelle piazze.
I pochi appuntamenti programmati da Cgil Cisl e Uil hanno subìto gli effetti devastanti che l’infezione sta continuando a provocare nel mondo e anche nel nostro Paese.
A differenza dell’anno scorso, abbiamo registrato una maggiore consapevolezza dei rischi e delle difficoltà nel riuscire a raggiungere una condizione di normalità. Nonostante questo la preoccupazione maggiore è stata quella del lavoro e infatti lo slogan scelto da Cgil Cisl Uil è stato “L’Italia si cura con il Lavoro”.
La mancanza di lavoro, infatti, insieme all’impossibilità di riuscire a dare risposte ai lavoratori, continua a generare un clima di tensione all’interno di tutte quelle aziende in crisi che attendevano soluzioni dal governo. Purtroppo nonostante l’intensa riprogrammazione degli incontri con il ministro Giorgetti e il viceministro Todde avvenuta nelle ultime settimane, non abbiamo buone notizie.
Stiamo registrando passi indietro per quanto riguarda la situazione dei lavoratori dell’ex Embraco ACC di Torino. Sembra, infatti, che sia sfumata la possibilità di creare un polo unico per la produzione di compressori per frigoriferi. Circa 400 lavoratori hanno ricevuto in questi giorni le lettere di licenziamento.
Analogo percorso purtroppo è stato avviato per i circa 150 lavoratori della Bekaert di Figline e per i 700 della Blutec di Termini Imerese; a questi dobbiamo aggiungere i lavoratori di Jabil a Caserta, nonostante sembrava esserci stato un epilogo positivo solo un anno fa, quelli della Denso a Chieti e di Elica ad Ancona.
Continua a tenere banco Alitalia insieme all’ex Ilva. Nonostante per quest’ultima ci sia stato lo sblocco dei 400 milioni di euro che ha sancito l’ingresso di Invitalia, il nuovo Cda non si è ancora insediato e la prima riunione è saltata per motivi legati alle procedure di approvazione del bilancio 2020.
Martedì 11 maggio, a fronte di iniziative di lotta e a pochi giorni dalla sentenza del Consiglio di Stato prevista per il 13 maggio – che dovrà esprimersi sul ricorso presentato da AMI e i Commissari contro il provvedimento del Tar di Lecce che prevedeva la chiusura dell’area a caldo – è stato programmato un incontro, ma al momento tutto tace.
Il 26 marzo avevamo organizzato sotto il ministero dello Sviluppo economico un presidio per quanto riguarda le crisi aziendali, che si è tramutato per volere del ministro Giorgetti in un incontro sull’ex Ilva. Quella situazione si è ulteriormente appesantita e dovremo in ogni caso incalzare il governo per avere degli incontri che non siano meramente interlocutori.
Abbiamo interi settori in estrema difficoltà: dalla siderurgia all’automotive, fino all’aerospazio. Sarà necessario nei prossimi giorni riprogrammare con Fim e Fiom una serie di iniziative per sollecitare il governo a un’azione più diretta volta ad affrontare nel concreto le diverse situazioni.
Nonostante la presentazione del Piano Nazionale di Ricerca e Resilienza presentato rispettando la scadenza del 30 aprile, è necessario che nel frattempo vengano salvaguardati gli attuali asset produttivi. Non esisterà nessun piano di investimenti in grado di poter far fronte a quella che è la situazione in cui versa il Paese.
Cgil Cisl e Uil stanno incalzando Draghi sulla proroga dei licenziamenti e la riforma degli ammortizzatori sociali. La discussione è avviata ormai da diverso tempo e noi siamo convinti che riusciremo a ottenere la proroga a dopo l’estate. Questo periodo, però, dovrà essere accompagnato da una discussione approfondita per individuare soluzioni che riguardino la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali. Nessuna fabbrica dovrà essere chiusa, perché diventerebbe complicato riuscire a gestire bene la fase di conclusione del blocco dei licenziamenti.
Bene hanno fatto Cgil Cisl e Uil a chiedere per tempo l’apertura di un tavolo col governo prima della scadenza di fine anno di Quota 100, per affrontare il tema del sistema pensionistico. Ritornare alla Legge Fornero sarebbe una catastrofe, migliaia di lavoratori sarebbero indistintamente sottoposti a un allungamento di circa cinque anni. Il nostro settore è molto segnato dalle attività usuranti e non può essere trascurato.
In conclusione voglio ribadire ciò che ho detto all’inizio: dobbiamo continuare a insistere sulla campagna di sensibilizzazione della Uil per debellare il triste fenomeno delle morti sul lavoro. Incidenti come quello successo a Luana non devono più capitare. È arrivato il tempo di reagire, tutti insieme, per raggiungere l’obiettivo Zero Morti sul Lavoro.